Hasankeyf, la citta’ destinata a morire

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 È già una città morta Hasankeyf: a breve scomparirà sotto l’acqua della diga di Ilisu

 

Hasankeyf ha una data di scadenza: la diga di Ilisu, un progetto faraonico che quando sarà completato manderà sott’acqua l’intero borgo e i suoi monumenti, risparmiando forse solo la punta del minareto della moschea di El Rizk, che risale al 1400.

Hasankeyf è, in pratica, una città morta. Tanto che non la si può nemmeno visitare, o almeno queste sono le prescrizioni, ma basta scavalcare  la debole recinzione per lasciarsi incantare dalle resta di una città tagliata a metà dal Fiume Tigri (da un lato gli arabi, dall’altro i curdi). Ma la città ora destinata a scomparire, fu, in passato, crocevia fondamentale dei traffici lungo la via della Seta: presenta tracce di una decina di dominazioni: ittiti, romani, ottomani, selgiuchidi su tutti.

Chiunque voglia, prima della scomparsa, lasciarsi ammaliare dalla città di Hasankeyf può ammirare le cave, abitate come in Cappadocia fino a pochi decenni fa, il mausoleo di Zeynel Bey, attorno al quale pascolano capre e pecore a caccia di un po’ di ombra, la tomba di Abdullah Imam e il minareto della moschea del sultano ayyubbide Suleimano.

 

Il progetto della diga, dopo un primo stop nel 2008 è ripartito ed oggi è completato per l’80%.

gc

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