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Eni: procura Milano chiede archiviazione per Descalzi e altri su caso Congo (3)

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(Adnkronos) – “Nel caso di specie, non appare agevole, e forse neppure possibile, individuare il momento di esercizio del potere deliberativo in capo a Descalzi quale Ad di Eni da cui discenderebbe anche il tempus et locus commissi delicti – con riferimento ai contratti ovvero ai pagamenti alle società controllate da Cardon SA, posto che tali rapporti commerciali risultano instaurati non con Eni, bensì con Eni Congo ed altre società, controllate dal gruppo, correnti in Africa” si sottolinea nella nota della procura.

“Rimane inoltre non dimostrabile, in assenza dei flussi finanziari delle società riconducibili ad Haly e agli altri indagati, richiesti al Principato di Monaco, la ricorrenza dell’evento di danno per la società o i terzi, richiesto dalla norma incriminatrice quale conseguenza dell’omessa comunicazione del conflitto d’interessi” evidenzia la procura di Milano.

Infine, “premesso che Descalzi acquisì la carica di consigliere di amministrazione di Eni in data 8 maggio 2014 e di Ad il giorno successivo, si osserva che la riconducibilità della società Cardon Sa alla Ingoba risulta provata, sulla base degli elementi in atti e non disponendo della più recente documentazione richiesta al Principato di Monaco, solo sino all’8 aprile 2014 – data di cessione delle quote ad Haly – ovvero, considerando il ruolo di beneficiaria del conto corrente cipriota di Cardon (risultato peraltro privo di movimentazioni successive all’aprile 2014), sino al 22 dicembre 2015 sicchè, ove pure si volesse collocare il momento di commissione del reato in tale data, esso risulterebbe già estinto per intervenuta prescrizione”.

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