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Alopecia da chemio, protesi ‘made in Italy’ migliora qualità vita

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Roma, 10 lug. (Adnkronos Salute) – L’alopecia da chemioterapia colpisce oltre il 65% delle pazienti oncologiche in trattamento chemioterapico. Oggi un innovativo sistema protesico “migliora la qualità di vita e il benessere psicologico delle pazienti con tumore”, come ha dimostrato uno studio pilota, promosso da Salute Donna Onlus in collaborazione con l’Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano. Il sistema ‘Cnc’ è un dispositivo medico, una protesi del capillizio altamente personalizzata realizzata in Italia che utilizza capelli umani, vergini, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile coperta da brevetto. Il processo produttivo, interamente realizzato a mano, comprende 39 fasi e l’intero processo è certificato secondo lo standard ISO 9001:2008.

Lo studio ha valutato l’impatto psicologico del sistema protesico Cnc, sviluppato da Crlab – Cesare Ragazzi Laboratories, in pazienti con recidiva di carcinoma della mammella e alopecia recidivante indotta da chemioterapia. Ebbene, i risultati dello studio sono positivi. “Il grado di soddisfazione emerso dallo studio sia per le peculiarità del dispositivo, che guadagna 10 punti rispetto alla parrucca tradizionale (non si muove, diventa parte di sé, ti fa sentire ‘come prima’, non si vede e non ti fa sentire malata, buona qualità dei capelli, possibilità di recarsi dal parrucchiere e gestione non eccessiva) sia per l’assistenza”, sottolinea lo studio.

“Avevamo sentito parlare da diverse pazienti di un nuovo tipo di ausilio per la perdita dei capelli ma Crlab ci ha battuti sul tempo e ci ha contattati. Siamo stati invitati direttamente nei laboratori di Bologna dove abbiamo potuto seguire il complicato processo manifatturiero che porta alla produzione del sistema protesico Cnc – afferma Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna Onlus – e abbiamo subito capito che si trattava di una vera innovazione. I risultati dello studio pilota sono davvero molto buoni. Questo sistema potrebbe aiutare le donne ma anche gli uomini e i più giovani affetti da tumore. Il passo successivo sarà quello di parlare con i decisori regionali per consentire un accesso equo a questo sistema”.

“All’Int l’attenzione alla persona non è mai mancata, da noi ‘paziente al centro’ non è un modo di dire, ma una realtà da sempre – commenta Marco Votta, presidente Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano – la nostra è una storia di successi in un mix equilibrato di scienza e di tecnica, ma anche di umanizzazione delle cure, come hanno insegnato i giganti dell’oncologia che hanno esercitato in istituto la loro attività, come Gianni Buonadonna e Umberto Veronesi, i primi a sostenere l’importanza di curare la persona ancora prima della malattia”.

“La scelta di partecipare a questo studio dunque va interpretata in questa ottica: il cancro impone grandi cambiamenti nella propria vita, scelte, fatiche, un continuo faccia a faccia con la malattia – prosegue Votta – In tutto ciò, è inevitabile perdere di vista se stessi, il proprio aspetto, a discapito dell’autostima, degli equilibri psicologici. Per questo, in istituto da anni organizziamo sedute di trucco, lo scorso anno c’è stata anche una sfilata di moda coi turbanti, e oggi aderiamo a uno studio pilota che riguarda dispositivi protesici in caso di alopecia. L’obiettivo è di aiutare le nostre pazienti a ritrovare la voglia di essere donne, acquisire sicurezza e determinazione nella vita quotidiana e sul lavoro”.

“Sono state proprio alcune pazienti dopo aver utilizzato il nostro sistema protesico a chiederci di fare di più per le altre donne che affrontano un percorso oncologico – spiega Stefano Ospitali, amministratore delegato Crlab – Da qui è nata l’idea di fare una ricerca strutturata anche perché abbiamo capito che potremmo essere d’aiuto a persone che stanno soffrendo e alleviare, seppure solo in parte, questa sofferenza è qualcosa di bello e importante, anche in un’ottica di responsabilità sociale dell’azienda. Adesso il lavoro che ci attende è quello di rendere questo dispositivo disponibile a un numero sempre maggiore di persone”.

“La perdita dei capelli è il problema più importante dal punto di vista psicologico, abbiamo voluto capire come aiutare le donne a fronteggiare questa criticità – osserva Claudia Borreani, responsabile Struttura di Psicologia clinica, Fondazione Irccs Int Milano – La scelta di fare uno studio e di coinvolgere le pazienti che già avevano sperimentato una chemioterapia in passato, quindi che avevano utilizzato una parrucca, ci dava modo di poter confrontare le due esperienze: parrucca tradizionale versus sistema protesico. L’obiettivo è stato quello di valutare i due sistemi e naturalmente ci siamo focalizzati sull’impatto nell’aspetto estetico e nella quotidianità. La chemioterapia e i suoi effetti collaterali sono un’esperienza complessa, però abbiamo voluto provare questo nuovo sistema protesico offerto gratuitamente e i risultati sono stati molto buoni”.

“Il dispositivo protesico prodotto da Crlab permette di mantenere un senso di continuità con la propria immagine corporea e nonostante l’alopecia indotta da chemioterapia le pazienti non sono costrette a confrontarsi ogni giorno con la malattia – sottolinea Alessandra Petruzzi, psicologa e psicoterapeuta di Salute Donna Onlus -. Preservare la propria integrità fisica con l’ausilio di un dispositivo così all’avanguardia dà modo alle pazienti di non provare imbarazzo in diverse occasioni e di non limitare o evitare le occasioni di vita sociale. La perdita dei capelli rappresenta forse lo stigma sociale più riconoscibile del tumore e il sistema protesico permette alle donne di mascherare la condizione che sperimentano e che è già causa di tanto disagio e sofferenza. Questo è un aiuto concreto che allevia il carico indotto dalla malattia oncologica”.

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