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Un bagno in Europa. Ma le acque sono davvero pulite?

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La relazione annuale redatta dall’Agenzia europea dell’ambiente ci dice qual’e’ lo stato di salute sulle acque di balneazione degli stati della Ue

Tempo di vacanze, tempo di bagni al mare. Ma come stanno le acque in cui ci bagniamo? Per saperlo è utile osservare la relazione annuale sulle acque di balneazione, redatta dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), in cooperazione con la Commissione europea DG Ambiente. La direttiva europea sulle acque di balneazione impone agli Stati membri di identificare i luoghi balneari in acque dolci e costiere e monitorare gli indicatori di inquinamento microbiologico (e altre sostanze) per tutta la stagione balneare che va da maggio a settembre. 

Il rapporto valuta la qualità delle acque di balneazione in tutti i 28 Stati membri dell’Unione europea, più Albania e Svizzera. I dati si riferiscono all’anno 2013 ma possono essere un aiuto molto valido per scegliere le acque migliori dove fare il bagno anche quest’anno. In Italia possiamo dirci fortunati, delle oltre 5mila acque campionate sono risultate avere un’ottima qualità oltre 4.800, scarsa solo 138. La percentuale delle acque con un risultato buono o eccellente è nel Belpaese del 93%, scende all’88,5% se si tiene conto solo delle acque di balneazione di tipo costiero. Certo, ci sono paesi che se la passano anche meglio: Cipro, per esempio, o Malta che raggiungono percentuali vicine al 100%. La Spagna raggiunge quota 92%, la Francia è indietro con l’88%. Bene invece la Croazia con il 97% e la Grecia con il 98%. Sorprende l’eccellenza Slovenia che sia nel suo 45% di acque costiere sia nel 55% di quelle interne raggiunge il 100% di acque di buona o eccellente qualità.

(A.S.)

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acque, balneazione, inquinamento, mare, vacanze

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