Come saranno le città dell’era del post-petrolio?

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Storia e futuro: il MAXXI di Roma propone una mostra per raccontare gli ultimi sessant’anni di storia italiana, guardando anche aglio anni che saranno

 

A Roma, il MAXXI, propone un percorso affascinante, che ripercorre con una mostra, il racconto degli ultimi sessant’anni di storia italiana, e non solo, con uno sguardo “visionario” al futuro.

Più di 80 disegni e progetti storici, tre fotografi autoriali e sette studi di architettura di fama internazionale che, in tre tappe, partendo dal racconto dell’Italia del dopoguerra e del boom economico – con “l’irruzione” dell’automobile e della velocità, le prime pompe di benzina, le stazioni di servizio, i motel, le autostrade –  prosegue attraversando il presente con lo sguardo attento e sensibile di tre fotografi, per esplorare il futuro con progetti visionari che ricercano un approvvigionamento energetico a impatto zero, come la stazione di rifornimento ispirata a una foresta o l’autostrada che fornisce energia lungo tutto il suo percorso.

Accanto alla mostra, allestita fino al 10 novembre, le “Lezioni sull’energia” che, indagando le diverse sfaccettature del concetto di energia, permettono di incontrare idee ed esperienze capaci di dare un segnale rispetto ai cambiamenti che sono in atto, a livello globale.

L’energia della strada è una di queste lezioni che ha permesso di allargare i confini sul concetto stesso di cambiamento dell’architettura della strada nell’epoca del post-petrolio: dove è possibile immaginare un processo di riconversione che trasformi la strada da spazio di transito individuale a luogo di interazione sociale

Il contributo di Peter Murray,  Presidente di New London Architecture, è stato l’occasione per ripercorrere il viaggio in bicicletta di un gruppo di architetti da Portland, Oregon a Londra: 7000 Km a pedali, con 12 tappe tra USA e UK, tra aprile e luglio 2013. Con P2P da Portland Place a Londra, sede del Royal Institute of British Architects, a Portland. Dodici tappe americane e britanniche per incontrare ciclisti, urbanisti e amministratori e studiare come le città stanno affrontando il crescente interesse per la bicicletta come forma di trasporto urbano.

Una ricerca “sul campo” che ha aperto uno sguardo sull’idea di mobilità nuova, a partire dalla rigenerazione degli spazi urbani e del concetto stesso di luoghi dove vivere e comunicare: un viaggio che è servito per raccogliere idee e sperimentare la novità di un modo diverso di concepire la città.

Non si è trattato quindi solo di piste riservate ai ciclisti ma dell’integrazione di diverse modalità di spostamento in una fase di cambiamento epocale che sta trasformando il modo di vivere e di spostarsi in un ambito urbano, cogliendo l’opportunità di una nuova era, quella del post-petrolio, dove la convivenza tra uomo e auto è incentrata su un modello differente di utilizzo.

 

L’esperienza di città come Londra e Portland può essere uno stimolo forte per innestare un cambiamento che sia in grado di restituire spazio e vitalità alle città intese come luogo di convivenza e di sviluppo sociale, favorendo il recupero e l’innovazione delle aree urbane del III millennio.

Andrea Ferraretto

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