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L’agricoltura biologica traina l’economia. Il caso del cacao africano

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Il cacao biologico ha risollevato le sorti economiche di un Paese africano molto povero. Un progetto Ifad che ha dato lavoro a 2.200 agricoltori

L’agricoltura biologica traina l’economia: anche in tempi di crisi si preferiscono i cibi biologici ai cibi tradizionali. Dall’Africa arriva la conferma di come puntare sui prodotti di un’agricoltura pulita ripaghi anche economicamente: a Sao Tomè e Prìncipe 700 agricoltori producevano appena 50 tonnellate di semi di cacao, oggi ci sono 2.200 agricoltori che esportano direttamente 600 tonnellate di fave di cacao certificate come prodotto biologico e commercio equo. Lo straordinario risultato è stato ottenuto nel piccolo Stato arcipelago indipendente al largo dell’Africa centro-occidentale.  

Grazie all’agricoltura biologica, ovvero al cacao privo di pesticidi, le famiglie di piccoli coltivatori coinvolti hanno visto il loro reddito annuo aumentare, in media, da un livello del 25% al di sotto della soglia di povertà all’8% al di sopra di esso. A Sao Tomè e Prìncipe, la crisi del 1998 dovuta alla caduta dei prezzi mondiali del cacao costrinse molti produttori ad abbandonare le piantagioni o dedicarsi ad altre colture. A cambiare le sorti degli abitanti è stato un progetto dell’Ifad, il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, che ha dimostrato così che puntare sulle produzioni sostenibili rappresenta un’opportunità di crescita per i piccoli agricoltori e produttori dei Paesi in via di sviluppo.

Il progetto sul cacao biologico è iniziato alla fine del 2000, quando l’Ifad ha lanciato un progetto pilota triennale coinvolgendo 500 agricoltori in 11 comunità, con la supervisione di Kaoka, che si è impegnata ad acquistare tutto il cacao biologico certificato che gli agricoltori avrebbero prodotto. Il progetto ha dato vita alla Cooperativa per l’Esportazione e il Mercato di Cacao Organico, che coordina le attività commerciali e che nel 2005 ha firmato un contratto di cinque anni con Kaoka per la fornitura di cacao organico. Seguendo questo esempio, altri 430 coltivatori di cacao si sono riuniti in 11 associazioni di produttori e di una cooperativa di esportazione per commerciare in maniera equa le fave di cacao certificate con l’inglese CaféDirect che nel 2010 ha esportato la sua prima partita di 8 tonnellate di fave di cacao. Il cacao biologico ha sollevato le sorti di un Paese che sembrava ormai spacciato.

(gc) 

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