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I tratturi, le vie della transumanza candidate a Patrimonio dell’Umanita’

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Le vie della transumanza erano utilizzate dai pastori per spostarsi con il bestiame alla ricerca di condizioni climatiche più favorevoli. Ora sono candidate a Patrimonio dell’Umanita’ Unesco

Sono gli antenati delle nostre moderne vie di comunicazione, le strade millenarie percorse dalle mandrie da allevamento e dai greggi di pecore, che venivano spostate – attraverso la transumanza – dalle montagne alle pianure a seconda delle stagioni. Parliamo dei “tratturi”, i sentieri erbosi o in terra battuta, che venivano utilizzati dai pastori per “migrare” con i propri animali alla ricerca di pascoli freschi e temperature più miti.

Ma la loro funzione non finiva qui: l’economia, le tradizioni, la cultura dei popoli, grazie ai tratturi, si mantenevano vive e si diffondevano in quelle Regioni dove i tracciati si snodavano. Soprattutto quelle centro-meridionali, come Puglia, Molise, Basilicata, Campania e Abruzzo. Attorno alla storia dei tratturi si può davvero ricostruire una parte notevole di quella del nostro Paese.

Testimonianze documentali ci dicono che la loro nascita precede addirittura l’anno 1000 avanti Cristo, quella che viene definita la “protostoria”. Ne hanno deciso la regolamentazione innanzitutto i romani, intorno all’anno 100, chiedendo una sorta di “pedaggio” a chi li percorreva. Il punto di massimo splendore ci fu quando gli Aragonesi, nel 1456, normarono il sistema tratturale con la “Dogana delle pecore”, una sorta di autorità centrale per la gestione degli allevamenti nelle attuali Puglie.

A quel tempo fu creato un regime protezionistico che durò fino al 1806, quando con le leggi eversive della feudalità il Bonaparte smembrò il sistema tratturale. Col tempo e con la scoperta del trasporto ferroviario o su strada, naturalmente, l’importanza dei tratturi è andata scemando, ma è cresciuta la loro dimensione culturale e paesaggistica. Restano delle fondamentali testimonianze di quella che era la vita agricola dei secoli passati e oggi sono tutelati anche in versione “commerciale”. Questo perché lungo le vecchie vie sono sorti agriturismi, strutture turistiche o fattorie didattiche.

Sono importanti anche dal punto di vista sportivo: i tratturi sono lo scenario ideale per gite in bici e trekking a stretto contatto con la natura. Un riconoscimento ancora più importante potrebbe arrivare nei prossimi anni: dal primo giugno del 2006, infatti, è attiva la candidatura di “La transumanza: i Regi Tratturi” a Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, presentata dal Ministero dell’Ambiente con il sostegno di Abruzzo, Molise, Campania e Puglia.

Giacomo Gallo

 

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