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gran paradiso valle d aosta

RICOMINCIO DA TE, ITALIA: ITINERARIO DI VIAGGIO, LA VALLE D’AOSTA

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gran paradiso valle d aosta

La Valle d’Aosta come non l’avete mai vista. Angoli e segreti nascosti di una regione circondata dalle montagne.

Un desiderio di rinascita. La voglia di ripartire dalle piccole abitudini quotidiane, ma anche di realizzare scelte più ragionate ed impegnative. Tra queste l’organizzazione di un viaggio, di una vacanza o di un semplice weekend per staccare la spina.

Quest’anno l’approccio al turismo sarà diverso, ma non per questo meno coinvolgente e stimolante.

Da situazioni difficili, a volte, possono nascere occasioni inaspettate. Ancora di più se si vive in Italia che, con la sua immensa varietà, offre degli scenari incantevoli.

VALLE D’AOSTA

valle d aosta

Valle d’Aosta, piccolo e meraviglioso territorio dalle antiche storie e dalla natura incantevole.

La visita della regione presenta direzioni differenti in base al punto di partenza.

Da Aosta ci si può muovere verso le zone del Gran Paradiso, del Monte Bianco e del Gran San Bernardo. Oppure si può partire da Châtillon per visitare l’area del Monte Cervino, del Monte Rosa e della Valle centrale Mont Avic.

Aosta, punto di partenza ideale per scoprire gran parte della regione, rappresenta l’unico capoluogo del territorio valdostano.

A circa seicento metri d’altitudine si estende in un’ampia pianura al centro della regione alpina, circondata da alte montagne come il Grand Combin e il Mont Vélan.

Conosciuta anche come Roma delle Alpi, Aosta conserva gran parte della cinta muraria originaria e un’ importante area archeologica, che si trova tra la Porta Praetoria, solenne ingresso in città perfettamente conservato, ed il Teatro romano, una delle più significative testimonianze dell’epoca, oggi sede di eventi e spettacoli all’aperto. A questi si aggiungono l’Arco d’Augusto e il Criptoportico forense, edificio sotterraneo romano dall’atmosfera stupefacente.

Poi la Cattedrale e la Collegiata di Sant’Orso che racchiudono opere d’arte del Medioevo come affreschi dell’XI secolo e mosaici pavimentali.

Vicino alla stazione ferroviaria si trova la telecabina che in poco tempo collega il fondovalle alla località panoramica di Pila, a 1800 metri d’altitudine. Uno dei comprensori sciistici più noti e meta estiva per passeggiate o discese con le bici da downhill e freeride.

Poco distante da Aosta si presentano diversi  itinerari da percorrere  a piedi per raggiungere in pochi minuti aree verdi e panoramiche, come la Riserva naturale Tsatelet. Luogo di grande valore paesaggistico e  ottimo punto di osservazione del volo di uccelli durante i periodi migratori.

Ad Aosta non mancano le tradizioni, tra cui  la millenaria Fiera di Sant’Orso.

Ogni anno, il 30 e 31 gennaio, nelle vie del centro più di mille artigiani di tutta la regione espongono le loro opere tradizionali. Allo stesso modo si presenta La Foire d’Eté, versione estiva della fiera.

Un evento particolare è la Finale del Concours Régional des Batailles de Reines che ad ottobre di ogni anno, vede nell’arena aostana della Croix Noire l’ultimo combattimento delle mucche valdostane, richiamando una grande partecipazione di pubblico.

Scegliendo come meta il Gran Paradiso, si lascia Aosta e poco distante si incontra Gressan, distribuito su un territorio tra vasti frutteti a 626 metri di altitudine.

A Gressan si può visitare la chiesetta  di Sainte-Marie-Magdeleine de Villa, conosciuta anche come la “Cappella di La Madeleine”, in stile romanico ed immersa nel verde dei frutteti. Un esempio di architettura tra i più pregevoli della Valle. Monumenti storici degni di nota sono  il castello Tour de Villa e la Torre de la Plantà, anche se non visitabili.

In più si può passeggiare su sentieri segnalati, adatti sia ad escursionisti esperti che a famiglie. Gli amanti dell’arrampicata, invece, possono raggiungere le vette della Becca di Nona a 3.142 metri e il Mont Emilius a 3.559 metri.

Si prosegue per Jovencan, a 632 metri di altitudine, anche questo immerso tra vigneti e frutteti.

All’interno di una vecchia casa rurale, oggi restaurata, si trova  La Maison des anciens remèdes.  Un interessante centro sull’uso delle piante officinali che conduce alla scoperta degli antichi rimedi naturali della Valle d’Aosta.

Due attività importanti si sviluppano nella zona. Quella della coltivazione di alberi da frutta, principalmente mele e pere, a cui si affianca la viticoltura. A cui si aggiunge l’allevamento bovino e ovino che oltre a produrre latte, burro e formaggi, contribuisce a tenere viva la tradizione della “Bataille de Reines”. Dalle stalle di Jovençan, infatti, provengono numerose vincitrici delle varie edizioni dell’evento.

A Jovencan è molto seguito e praticato il tradizionale sport popolare della rebatta. Una disciplina di lancio di palla con bastone che si gioca a squadre o in campionati individuali. Lo scopo del gioco è quello lanciare la pallina il più lontano possibile colpendola con una mazza.

Saint- Pierre, situato a 731 metri d’altitudine, si presenta con uno scenario da fiaba rappresentato dal castello che dall’alto della sua rocca regna sul  paesaggio.

Un secondo castello, quello dei Sarriod-de-la-Tour, conserva nella caratteristica “sala delle teste” un prezioso soffitto ligneo della fine del 1400, decorato con figure antropomorfe, mostri ed animali.

A Saint-Pierre si trova la Cofruits, moderno centro di raccolta e conservazione delle mele, a cui i coltivatori locali attribuiscono i loro raccolti. Oltre alla produzione di mele in questa località si coltiva la vite, da cui si produce il famoso vino rosso Torrette.

E dalla vicina località di Vetan, a 1700 metri, si prova la gioia del parapendio o le intense emozioni del kiteski , discesa in parapendio con snowboard.

Poi  Aymavilles, posta a 646 metri di altitudine sulla sponda destra della Dora Baltea, fiume che attraversa in gran parte la regione.

aymavilles valle d aosta

I meleti e le vigne fanno da contorno al  trecentesco Castello di Aymavilles che sorge al centro del paese con le sue meravigliose torri cilindriche.

In questa piccola cittadina si ritrova anche  il ponte-acquedotto romano di Pont d’Aël, sospeso a 56 metri sul torrente Grand Eyvia, grande opera muraria di ingegneria civile romana e la chiesa parrocchiale di Saint-Léger, con la sua facciata affrescata e la cripta medievale.

Aymavilles offre la possibilità di praticare esaltanti discese lungo la Dora Baltea, uno dei fiumi più amati per attività come hydrospeed, rafting e kayak. Intorno al paese si sviluppano passeggiate tra i vigneti come anche  percorsi per il trekking.

Villeneuve è il luogo ideale per recarsi in ogni vallata del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

A 665 metri di altitudine, il paese è caratterizzato dai ruderi del castello di Châtel-Argent, così chiamato perché un tempo al suo interno si coniavano monete. Dell’antica costruzione rimangono oggi solo la torre merlata a pianta circolare e i ruderi della cappella.

Ai piedi del castello si trova l’antica chiesa di Santa Maria, uno dei monumenti religiosi più interessanti di tutta la Valle d’Aosta., con all’interno un decorativo ciclo pittorico del XVI secolo. Una visita a parte merita la centrale idroelettrica di Champagne, vero e proprio monumento industriale della Belle Epoque. Costruita nel 1921, rappresenta la struttura più artistica del suo genere, con preziose decorazioni e motivi architettonici al suo interno.

Durante la stagione invernale, Villeneuve offre varie possibilità per praticare lo sci di fondo, di discesa, l’heliski e le escursioni con le racchette da neve. Ma l’inverno è anche un momento ideale per godersi la tranquillità dei vicini villaggi, gustando i piatti della tipica cucina montanara proposti nei ristoranti.

Ad Introd, posta a 880 metri di altitudine, si trova l’imbocco della Valle di Rhêmes e della Valsavarenche, due delle tre valli valdostane appartenenti al Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Il castello, simbolo della cittadina, sorge su un promontorio protetto dalle  gole del torrente Savara e della Dora di Rhêmes.

Il nome di Introd, infatti, deriva da “entre-eaux”, ovvero tra le acque. Nella splendida cornice del castello, le sere di agosto sono dedicate al  Castello di Introd,  Spazi di ascolto, in cui prevalgono cinema, teatro e musica, accompagnati da ospiti d’eccezione.

Nei pressi del castello si trova la cascina L’Ola, un’antica costruzione rurale in legno e muratura di epoca cinquecentesca che in passato serviva da scuderia, stalla e pagliaio.

Poi una visita alla Maison Bruil, uno dei maggiori esempi di architettura rurale del Gran Paradiso, oggi adibita a sede espositiva come museo etnografico. Si caratterizza come un’antica casa rurale in cui tutti gli spazi erano necessari alla sopravvivenza di persone e animali sotto un unico tetto. All’interno del museo è presente anche l’Atelier du Goût, uno spazio in cui vengono esposti i prodotti dell’Espace Grand Paradis, zona che si colloca ai piedi del Gran Paradiso.

Introd offre  itinerari di varia difficoltà segnalati sia d’estate per l’escursionismo che d’inverno per le racchette da neve. Tra questi, il famoso Sentiero dei Papi nella frazione di Les Combes, che attraversa i luoghi frequentati dai Pontefici durante i loro soggiorni in Valle d’Aosta.

La Valsavarenche si trova in una stretta valle fra pendii boscosi all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

valsavarenche valle d aosta

Una località molto frequentata dagli escursionisti, attirati da sentieri facilmente praticabili. In inverno Valsavarenche diventa la meta ideale di chi cerca la quiete dello sci di fondo, dello sci alpinismo e delle passeggiate con racchette da neve, anche se non manca una pista di sci di discesa.

Il secondo sabato del mese di agosto si tiene un classico appuntamento con la tradizione gastronomica. La Festa del Civet, sagra in cui il civet di camoscio è  protagonista principale.  La carne di camoscio viene messa a marinare per alcuni giorni in vino aromatizzato con spezie. Poi viene stufata dando origine ad un piatto dal sapore particolarmente intenso e aromatico, tipico delle zone di montagna. E lo accompagnano vini come il Donnas o il Torrette Superiore

Da Introd si può anche visitare la Valgrisenche, il cui capoluogo è l’omonimo comune posto a 1664 metri di quota.

I versanti della Valgrisenche sono raggiungibili con brevi passeggiate come quelle alle cascate di Surier e Miollet o lunghe escursioni, come il Tour attorno al Rutor.

Il comprensorio sciistico di Valgrisenche è particolarmente adatto ai principianti e a famiglie con bambini. Le piste di fondo presentano dislivelli idonei ad ogni grado di capacità e di allenamento. E poi i più piccoli possono divertirsi anche nel baby snow park,

Nella Valgrisenche le tracce del passato sono ancora presenti e lo si può ammirare visitando il campanile completamente in pietra eretto nel 1392, la chiesa parrocchiale di San Grato, totalmente ricostruita nel 1872 con annesso il museo di arte sacra, e  le cappelle di Sant’Anna a Céré, e di San Dionigi  a Bonne

Partendo dalla Valgrisenche si può salire negli alpeggi per assistere alla lavorazione del latte e acquistare l’autentica Fontina.

Di particolare interesse una  visita alla cooperativa artigianale dove da secoli gli abitanti della Valgrisenche si dedicano all’attività tipica della vallata, ovvero la tessitura del drap. Un panno di lana filata e lavorata sugli antichi telai in legno, i  métiers.

Il drap classico era monocolore, ma si è poi sviluppato in tinte vivaci e multicolori, usato soprattutto come tessuto da arredamento, abbinandosi perfettamente allo stile dei mobili rustici.

Si arriva poi al Gran Paradiso, montagna custode dell’omonimo Parco nazionale.

gran paradiso valle d aosta

Un tempo riserva di caccia di Casa Savoia, la storia del Parco nazionale Gran Paradiso è legata alla protezione dello stambecco, divenuto appunto simbolo del Parco. Altri protagonisti della fauna del parco sono anche il camoscio e la marmotta. Il Parco nazionale Gran Paradiso presenta anche esempi rari di flora, come  la Potentilla pensylvanica, che cresce nei prati aridi sopra i 1.300 metri, l’Astragalus alopecurus, che si trova solo in Valle d’Aosta, e la Paradisea liliastrum, un giglio bianco da cui prende il nome il giardino alpino Paradisia di Cogne.

Ma la zona del Gran Paradiso non è solo Parco Nazionale, in tutte le valli spiccano montagne particolarmente suggestive come la Grivola, celebrata dal Carducci, il Ciarforon, la Grande Sassière e il Mont Fallère.

Il suo territorio è disseminato di laghi, piccoli o grandi, ma tutti dai colori stupefacenti dove si specchiano le montagne circostanti. Si tratta del lago di Loie, i laghi del Nivolet al confine con il Piemonte, il lac du Fond, senza dimenticare le bellissime cascate di Lillaz  e di Frenay.

Destinazione Monte Bianco.

Si parte da Aosta e poco distante si incontra  Sarre, situato a 631 metri di altitudine. In questa località merita sicuramente una visita il Castello Reale di Sarre, acquistato nel 1869 dal re Vittorio Emanuele, che ne fece il suo quartier generale per le spedizioni di caccia.

Poi la chiesa parrocchiale di San Maurizio che custodisce oggetti d’arte sacra di grande valore artistico quali sculture lignee, oreficeria e tessuti. Da percorrere anche la Strada dei Salassi, antico tracciato di origine pre- romana che congiungeva la zona del Gran San Bernardo all’alta Valle d’Aosta.

Per gli amanti del trekking, dalla località Thouraz parte la salita alla vetta del Fallère, mentre diversi itinerari nella zona di Ville-sur-Sarre sono percorribili in mountain bike o a cavallo.

E nel mese di settembre  le feste patronali di Saint-Eustache et Saint-Maurice.

In quest’occasione si presenta la tradizionale badoche, un corteo composto dai giovani del paese in abito tradizionale che sfila tra le frazioni portando aria di festa su divertenti note di fisarmonica.

Segue Saint- Nicolas su un ampio pianoro soleggiato a 1200 metri di altitudine. Qui nacque l’abate Jean Baptiste Cerlogne, poeta dialettale e grande studioso del patois valdostano, dialetto francoprovenzale parlato in regione. A Cerlogne  è stato dedicato un  museo situato accanto alla chiesta parrocchiale che raccoglie opere ed oggetti personali del poeta valdostano e di altri scrittori dialettali del passato.

La tutela e la diffusione del Patois trova riscontro nel centro studi René Willien, che dispone di una ricca biblioteca, testimonianza della civiltà alpina ed ospita convegni di carattere etnografico e linguistico.

In questa zona i calanchi rappresentano un interessante esempio geomorfologico.

Si tratta di caratteristiche ed imponenti erosioni che si possono ammirare percorrendo i vari itinerari a piedi o in bicicletta.

Passeggiate da intraprendere anche nell’area del Bois de la Tour, bosco che ospita un’area attrezzata e un percorso accessibile anche ai non vedenti, con informazioni in Braille. Escursioni più impegnative, invece, partono da Saint-Nicolas e raggiungono la Comba di Vertosan, dove trekking e mountain bike trovano il loro ambiente perfetto.

La tradizione si fa viva con La Dezarpe de Vertosan, ovvero la discesa a fine estate delle mandrie dagli alpeggi di alta quota del vallone di Vertosan, Vétan e del territorio di Saint Nicolas. Un giorno di festa in cui animali e pastori sfilano lungo le vie del paese e sostano per un pranzo in compagnia.

Poco distante Avise, a 762 metri  sul versante  sinistro della Dora.

I vitigni circondano i dintorni del paese, dai quali  si produce il noto vino Petit Rouge. Una tappa al castello di Avise, un fabbricato di tre piani, affiancato da una torre quadrata, a cui segue la roccaforte di Cré, situata al limite di un promontorio, oggi in parte distrutta.

La Sagra della Fiocca di Avise è un evento storico, la cui prima edizione risale al 1972. Si svolge ogni anno a fine giugno nel villaggio di Baulin, all’inizio della Valgrisenche. Tradizionalmente, la “fiocca” ovvero la panna, viene montata a mano con grande vigore con fruste di salice all’interno di una fredda grotta.

Segue la scoperta del villaggio di La Salle, quasi completamente ristrutturato rispettando l’originale architettura delle case preesistenti.

Proprio qui, al cospetto del Monte Bianco, si coltiva un vitigno  non intaccato dalla fillossera, da cui si ottiene il famoso Blanc de Morgex et La Salle, vino D.O.C. soprannominato il “vino più alto d’Europa”.

A La Salle si può visitare la chiesa parrocchiale di San Cassiano, completamente rifatta alla fine dell’800 con il suo campanile romanico. Poi la Maison Gerbollier, ristrutturata e oggi  sede degli uffici municipali nonché di concerti e manifestazioni nel periodo estivo. Poco fuori La Salle spunta il castello di Châtelard, con la sua alta torre cilindrica che si erge sui resti di tre livelli di mura fortificate.

Da questa località provengono i componenti del gruppo musicale “Les Sallereins”, abili esecutori della tradizione musicale valdostana che si esibiscono accompagnati dalla fisarmonica e indossando il caratteristico costume del paese.

Si arriva a Morgex, situata in un ampio spazio pianeggiante a 923 metri di altitudine.

Nel centro dell’abitato si eleva  la Torre de L’Archet, a pianta quadrata, che in epoche passate ospitava i principi di Savoia per le Udienze Generali. Da visitare la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta, al cui interno sono custoditi un notevole altare barocco e un interessante museo di arte sacra.

Nel raggio di pochi chilometri da Morgex si estendono una serie di scenari naturalistici in cui praticare molteplici attività. A partire  dalla catena del Monte Bianco, Courmayeur e La Thuile per sciare in panorami mozzafiato. Poi Arpy per godersi la tranquillità dello sci di fondo e  le acque tumultuose della Dora per provare il rafting.

Pres Saint Didier si presenta a 1001 metri di altitudine, alla confluenza dei fiumi  Dora di Verney con la Dora di Coumayeur.

A pochi passi dal centro di Pré-Saint-Didier si può ammirare l’Orrido, gola profonda e strettissima formatasi dalle acque impetuose della Dora di Verney. Uno spettacolo naturale molto suggestivo. A fianco della cascata si trovano le due sorgenti di acqua termale che sgorgano dalla roccia.

Pré-Saint-Didier può infatti vantare la presenza sul suo territorio di un famoso impianto termale.

Le acque calde e ricche di ferro erano già conosciute ed apprezzate dagli antichi romani. Ma da  circa metà del ´600 queste divennero méta di un importante turismo termale, grazie alle virtù antireumatiche dei sali minerali in esse contenuti

Le Terme di Pré-Saint-Didier offrono varie proposte ai visitatori, dai massaggi alle saune e in alcune zone dell´impianto si gode di una spettacolare vista sulla catena alpina del Monte Bianco.

A Pré-Saint-Didier si imbocca la valle di La Thuile, che arriva fino al Colle del Piccolo San Bernardo. La Thuile, adagiata su un’ampia conca a 1441 metri di altitudine, si trova in un’area contornata da fitte foreste e dominata dalla maestosa presenza di alte montagne ed estesi ghiacciai.

Partendo da La Thuile è possibile salire al vicino Colle del Piccolo San Bernardo dove si può osservare un curioso recinto fatto di pietre.

Si tratta del Cromlech,  monumento megalitico che risale all’età del ferro.

Nella zona sono inoltre visibili i resti di due Mansiones dell’epoca romana, che testimoniano l’importanza di La Thuile quale posto di tappa sulla via delle Gallie.

La Thuile, in particolare, offre agli appassionati di mountain bike sia itinerari di cross country tra Italia e Francia che di downhill e free ride servite da due seggiovie attrezzate per il trasporto in quota delle biciclette. Il comprensorio internazionale “Espace San Bernardo” di La Thuile, invece, permette di sciare su oltre cento chilometri  di piste a cavallo della frontiera con la Francia.

Presso il Colle del Piccolo San Bernardo si trova il giardino botanico Chanousia, fondato nel 1897 per proteggere la flora caratteristica del mondo alpestre.

La domenica successiva al Ferragosto, sempre in questa zona, si svolge la Fête des Bergers.

Un appuntamento che ricorda il passato, quando i pastori savoiardi e valdostani si incontravano per lo scambio e il mercato del bestiame. Oggi questo evento si è trasformato in un’apprezzata manifestazione folcloristica alla quale partecipano valligiani, pastori e turisti dei due versanti del Colle.

Si arriva poi nella splendida Courmayer che sorge alle falde del massiccio del Monte Bianco, in una conca circondata da abeti e larici, montagne e ghiacciai.

Nonostante la sua importanza internazionale, Courmayeur conserva un’atmosfera alpina autentica, che si respira passeggiando tra i negozi della centrale via Roma e nei villaggi tradizionali che circondano il nucleo principale della cittadina.

Un’ attività da non perdere a  Courmayeur è la traversata del Monte Bianco.

courmayer valle d aosta

Un’esperienza unica resa possibile dalla Funivia del Monte Bianco, che in pochi minuti copre oltre 2.000 metri di dislivello. Nel corso della traversata si gode di una vista magnifica sui ghiacciai e sulle grandi vette delle Alpi,

Courmayeur rappresenta una delle capitali storiche dell’alpinismo e dell’escursionismo di montagna. Le grandi imprese che hanno segnato la storia dell’alpinismo sono racchiuse nel museo  Duca degli Abruzzi, dove sono raccolti documenti, cimeli e attrezzature da scalata. Il museo è ospitato nella Casa delle Guide, proprio nel centro di Courmayeur, a fianco all’antica chiesa parrocchiale.

Il comprensorio di sci alpino di Courmayeur è frequentato da sciatori di tutto il mondo.

Una meraviglia per lo sci fuori pista viene rappresentata dalla discesa sul ghiacciaio del Toula e dalla discesa della Vallée Blanche, che attraversa il ghiacciaio della Mer de Glace per raggiungere Chamonix, sul versante francese del Monte Bianco.

Ed ecco che si presenta il maestoso Monte Bianco, con i suoi 4807 metri di altezza. Non solo la montagna più alta delle Alpi, ma anche un luogo  di attrattive naturali e una delle mete turistiche più note della Valle d’Aosta. Emozioni particolari vengono regalate salendo con la moderna  funivia Skyway fino ai 3.466 metri della terrazza panoramica di Punta Helbronner con la possibilità di fermarsi anche alla stazione intermedia del Pavillon du Mont Fréty, ricca di interesse e di luoghi da visitare.

Aosta rimane sempre il punto di partenza anche per scoprire le località in direzione Gran San Bernardo.

Poco distante dal capoluogo valdostano si trova Allein, un tranquillo villaggio a 1253 metri di altitudine, sulla sponda sinistra del torrente Artanavaz, nella Valle del Gran San Bernardo.

In tutta la valle è famoso il Carnevale di Allein, perchè caratterizzato da costumi in cui predomina il colore rosso. Abiti curiosamente decorati con specchietti, piume colorate e frange varie, ispirati dalle giacche delle divise dell’esercito napoleonico, che attraversò la zona agli inizi dell’Ottocento.

Le tradizioni continuano con la sagra della patata, chiamata Fëta di Trifolle, nell’ultimo fine settimana di agosto.

Durante l’evento si assaggiano deliziose specialità, tra cui la Sorsa d’Allein, cucinata con patate, brodo, fagioli, carote, pere, mele e pane nero.

Poi Valpelline, in una conca verde tra vasti prati e frutteti. Una storia caratterizzata dall’artigianato e dall’industria mineraria, dato che un tempo era nota nel paese la sua fonderia di rame. Oggi Valpelline è conosciuta per la produzione della Fontina DOP e i suoi magazzini di stagionatura scavati nella roccia, uno dei quali ricavato proprio all’interno dell’antica miniera di rame.

Questa sua specialità è descritta nel Museo della Fontina.

Un luogo nato per far conoscere la storia e le particolarità di questo famoso formaggio D.O.P della Valle d’Aosta, attraverso pannelli didattici e oggetti legati alla sua produzione.

In estate Valpelline è la base ideale per passeggiate nella vallata e per escursioni alpinistiche sulle cime più alte, tra cui la salita alla Becca di Viou, con magnifici panorami sul Monte Bianco e sul Grand Combin. Gli appassionati di pesca possono invece scendere lungo il corso del torrente Buthier nel tratto in cui è stata istituita una riserva.

A fine luglio si svolge la tradizionale sagra della Seupa à la Vapelenentse. Un piatto di origine contadina, tipico della cucina locale, preparato con pane bianco raffermo, brodo, cavolo e abbondante Fontina. E poi un evento molto particolare che accomuna le tradizioni delle località presenti nella valle del Gran San Bernardo, ovvero il Carnevale storico della Coumba Freida.

Un carnevale particolare tutto da scoprire, carico di mistero e tanta stravaganza.

Protagoniste sono le landzette, bizzarre e per alcuni aspetti inquietanti maschere di questo carnevale. Costumi colorati e cappelli che ricordano le uniformi napoleoniche. Abiti confezionati a mano, decorati di perline, paillette e  specchietti che riflettono la luce e allontanano le forze maligne.

Da qui si visita il piccolo borgo di  Etroubles, a 1270 metri di altitudine nella splendida cornice alpina della valle del Gran San Bernardo. Una visita al borgo medievale presenta una galleria d’arte contemporanea a cielo aperto allestita lungo le stradine in ciottolato. Particolari opere d’arte, ma anche vivaci angoli con splendidi fontanili e antiche abitazioni in pietra. E poi le cappelle rurali che testimoniano la devozione e la religiosità degli abitanti dei villaggi, tra cui quella di Echevennoz, la più antica della parrocchia, dedicata alla Madonna delle Nevi.

Étroubles è anche sport e attività all’aria aperta.

Gli amanti del trekking, infatti, possono scegliere tra facili escursioni, lunghe traversate in valloni incontaminati oppure partire per itinerari su più giorni, come il Tour du Mont Fallère, giro ad anello che offre una vista incredibile sui principali monti della Valle d’Aosta. Mentre inverno da Étroubles parte una pista di fondo che risale la vallata e raggiunge i 1521 metri di Saint-Rhémy-en-Bosses.

Si arriva poi a Saint- Oyen, ai piedi della Comba di Bosses nella valle del Gran San Bernardo.  Un piccolo borgo a 1373 metri di altitudine che si trova lungo la strada che sale al Colle del Gran San Bernardo, un tempo importante passaggio commerciale e ancora oggi zona di transito dei pellegrini che ogni anno percorrono la Via Francigena.

Da visitare la chiesa Parrocchiale di Saint-Oyen ricostruita nel 1820, che conserva un bellissimo reliquiario in argento, risalente al XVII secolo. Poi  Château Verdun, un’ ampia casa-forte donata nel 1137 dal conte Amedeo III di Savoia ai canonici del Gran San Bernardo che  lo hanno trasformato in una struttura ricettiva decisamente caratteristica.

Da Saint Oyen partono itinerari escursionistici verso entrambi i versanti della vallata, tra cui si consigliano quelli a Plan Puitz e nella Comba di Flassin. In inverno, proprio a Flassin si trova un moderno “foyer de fond”, edificio di servizio per gli appassionati dello sci di fondo, che possono usufruire di piste tra Étroubles e Saint-Rhémy-en-Bosses.

E poi è necessario partecipare alla Sagra del Jambon alla brace.

Il primo weekend di agosto di ogni anno si svolge questo evento dedicato ad un delizioso prosciutto cotto, rosolato lentamente allo spiedo su enormi bracieri, affumicato e profumato da erbe aromatiche.

Segue  Saint Rhemy en Bosses, ultimo comune prima del confine svizzero. Durante il periodo estivo questa località offre una vacanza dinamica all’insegna dello sport con vari itinerari  per escursioni a piedi o in mountain-bike, oppure si può percorrere un tratto del Tour des Combins tra Italia e Svizzera. In inverno i pendii della Testa di Crévacol ospitano un comprensorio sciistico di circa venti chilometri  fino ai 2400 metri di quota con vista su tutta la Valle del Gran San Bernardo.

A Saint Rhemy en Bosses merita una visita l ’Ospizio del Gran San Bernardo.

Situato a 2472 metri di quota e raggiungibile in auto, è ancora oggi  luogo di accoglienza per i pellegrini che percorrono la Via Francigena. Di fronte a questo si trova il museo che permette di scoprire la storia del Colle, dai culti dell’antichità fino all’ospitalità dei giorni nostri.

Ma questa località è anche nota per  il pregiato prosciutto DOP, lo Jambon de Bosses, profumato con erbe e stagionato all’aria fresca di montagna, a cui è dedicata una sagra nel mese di luglio. Ad agosto invece si può partecipare al Percorso in Rosso, evento in cui i visitatori  vengono guidati ad assaporare le specialità enogastronomiche e i vini presentati dai produttori del territorio tutti accomunati dal colore rosso.

Fino ad arrivare al  Gran San Bernardo da sempre crocevia internazionale e porta d’ingresso della  cosiddetta Via Francigena,  principale collegamento tra  le regioni transalpine e Roma.

Per scoprire le aree che interessano il Monte Cervino, il Monte Rosa e la Valle Centrale Mont Avic si può intraprendere un percorso che parte da Châtillon. Ma prima di arrivare in questa graziosa cittadina, nelle vicinanze di Aosta si presentano una serie di località caratteristiche.

A partire da  Pollein, situato a 551 metri di altitudine sulla sponda destra della Dora, in una zona pianeggiante fino a raggiungere la sommità del Monte Emilius con i suoi 3.559 metri. L’area è raggiungibile da Aosta in auto ma anche a piedi o in bicicletta, attraverso la pista ciclabile che  segue il corso della Dora Baltea.

A Pollein si visita il Parco arboreo ed il Giardino delle rocce, presso l’area verde Grand-Place.

pollein valle d aosta

Un percorso composto da una serie di massi rappresentativi dei principali tipi di roccia che costituiscono le montagne della Valle d’Aosta. Quest’area, inoltre, presenta vasti spazi prativi in cui si praticano sport popolari come  rebatta, fiolet e palet.

Tra le feste tradizionali si inseriscono il borgo in festa, Le Bourg en Fête, nel villaggio di Les Crêtes, caratterizzato da  mercatini pomeridiani e serali con punti di degustazione alla scoperta dei prodotti locali e la Festa delle rane, in primavera, consueto appuntamento gastronomico con animazioni musicali.

Poco distante  Saint Marcel,  noto in epoche remote per i suoi giacimenti minerari di manganese e il sito minerario di Servette, uno dei più alti d’Europa che sorge a 1.800 metri. Le miniere oggi sono un museo a cielo aperto e si possono visitare in compagnia delle guide.

Saint-Marcel offre particolari escursioni come quella verso le acque verdi, una sorgente che, in determinati periodi dell’anno, si tinge di colore turchese per la presenza nell’acqua di sali ricchi di rame. Anche la gita verso il piccolo lago del Layet, incastonato tra i monti, è uno degli itinerari che partono dall’area attrezzata di Les Druges.

Il palato viene soddisfatto da Prosciuttiamo, festa del prosciutto crudo che si svolge  tutti gli anni a giugno.

L’occasione per gustarlo è lungo la Via del Prosciutto, un itinerario gustoso da percorrere facendo tappa nelle merenderie delle frazioni del paese.

Poi Nus, a 529 metri di altitudine, in corrispondenza della profonda gola che conduce alla Valle di Saint-Barthélemy, tra castagneti e vigneti, da cui proviene il  Vien de Nus. La seconda domenica del mese di maggio si svolge il Festival du Vien de Nus, durante il quale sono protagonisti eccellenti vini locali come il Rouge e la ricercata Malvoisie, raffinatezza enologica prodotta da uve appassite.

A Nus si può anche visitare il castello di Pilato, nella parte alta dell’abitato a protezione del borgo stesso dove, secondo la tradizione, avrebbe soggiornato Ponzio Pilato esiliato da Caligola.

Poi il Santuario di Cuney, a 2.656 metri sopra Saint-Barthélemy e raggiungibile a piedi, dedicato alla Madonna delle Nevi.

Questa viene celebrata anche da una festa che si tiene il 5 agosto di ogni anno. Il corteo dei pellegrini raggiunge il santuario e, dopo la messa, si reca ad una vicina sorgente dove viene immersa per tre volte la croce processionale, con preghiera alla Madonna per favorire un’abbondante presenza d’acqua.

Una tappa alla quale non si può rinunciare è Fenis, che presenta uno dei castelli medievali più belli del mondo.

fenis valle d aosta

Una visita emozionante del castello, varcando il portone, proseguendo attraverso le mura merlate fino al cortile affrescato e ascoltando l’incredibile storia dell’abbandono della dimora, della sua riconversione a stalla e del suo lungo recupero.

A pochi metri dal castello, manufatti d’uso e sculture raccontano l’artigianato del passato e del presente della Valle d’Aosta all’interno del MAV, il Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione.

Ai piedi del castello e nelle sue corti interne si svolgono mercatini, musica e intrattenimento per il tradizionale appuntamento di  Castello in fiera. E poi Châtaigne d’or, un evento di tre giorni dedicato alla castagna, frutto autunnale per eccellenza. Quella di Fénis è una delle castagnate più antiche della Valle d’Aosta.

A Fenis non solo arte. Sempre in prossimità del castello si presenta un’area  chiamata Tzanté de Bouva che, in un bosco di querce, ciliegi e betulle, accoglie un parco giochi e un’area sportiva. Da questa località si può percorrere l’itinerario che conduce al Santuario di Saint-Julien e al Mont Corquet.

Poi si arriva a Châtillon.

Situato a 549 metri di altitudine, in corrispondenza dell’incontro della Valtournenche con la Valle Centrale, estendendosi su una conca lungo i due versanti della Dora Baltea e del torrente Marmore. Il paesaggio, però, si caratterizza per la presenza di tre castelli. Quello degli Challant, il castello Baron Gamba, immerso in un grande parco, e quello di Ussel, che si trova appena oltre la Dora, finemente restaurato e oggi sede di mostre temporanee nel periodo estivo.

Il borgo conserva ancora un insieme di case risalenti ai secoli XVI e XVII ed in alcuni villaggi sono visibili i nuclei abitativi rurali e numerose torri medioevali. A Châtillon si apre la Valtournenche, la valle alpina che sale verso il Monte Cervino.

Antey-Saint-André è il primo centro abitato della vallata a circa mille metri d’altitudine che regala uno scorcio incantevole sul Cervino che appare incastrato tra le pareti della vallata.

Uno spunto interessante lo offrono i i resti degli antichi canali, detti rus, che portavano l’acqua del Marmore verso gli aridi pendii della valle centrale. Molto caratteristico è il Rû du pain perdu, in cui sono ancora visibili le arcate maestose appoggiate alla montagna del canale irriguo risalente al XVI secolo.

Ad Antey-Saint-André si svolge la Fiera dell’Artigianato Valdostano di Tradizione, dove l’incantevole vista del Cervino fa da sfondo alle opere di più di duecento allievi delle scuole di artigianato della Valle d’Aosta.

Due altri eventi rappresentativi si svolgono in questa località. La Mele Vallée, tradizionale mostra mercato sulle mele e sul sidro che ha luogo in autunno tra animazioni e degustazioni, e Cervino in fiore, manifestazione florovivaistica in cui si espongono e vendono piante e fiori, alberi da frutto, piante officinali, macchine agricole e utensili da giardinaggio, nonché animali da cortile.

A seguir La Magdeleine, situata a 1644 metri di altitudine sul versante sinistro del torrente Marmore.

Un insieme di cinque piccole frazioni edificate secondo un’architettura in legno semplice e proporzionato.

Il comune di La Magdeleine presenta otto mulini, alimentati dalle acque di un piccolo torrente. Nonostante esista un sentiero dei mulini percorribile liberamente, si consiglia di partecipare alle visite guidate per scoprire i vari edifici e conoscerne le caratteristiche.

Base di lancio per voli con il parapendio, La Magdeleine è punto di partenza per chi è diretto a Chamois percorrendo la strada panoramica Energie in gioco. Si possono anche effettuare escursioni in mountain bike e trekking al Monte Zerbion e al Monte Tantané.

In inverno La Magdeleine presenta una piccola stazione sciistica, dotata di facili piste da discesa, di una pista per lo sci nordico escursionistico e di uno snow-park per i più piccoli. Gli appassionati dello sci-alpinismo si possono orientare sul Col Portola o sul Monte Zerbion.

Una piccola perla rappresentativa del territorio è Chamois.

chamois valle d aosta

A 1815 metri d’altitudine è il comune più alto della Valle d’Aosta ed uno fra i più alti d’Italia.

Chamois si raggiunge principalmente mediante funivia, ma chi lo preferisce può seguire la vecchia mulattiera che, con le sue strette curve, collega la località al fondovalle. In questa località non circolano le auto. Chamois fa parte appunto di una serie di località dell’arco alpino unite dalla comune volontà di promuovere la tutela del territorio e gli spostamenti liberi dal vincolo dell’automobile.

Il paese ha mantenuto intatte tutte le caratteristiche di piccolo borgo alpino, con le abitazioni in legno e pietra e le strette stradine che lo attraversano. Una caratteristica difesa dai suoi abitanti, che ne apprezzano i benefici in termini di tranquillità.

Lungo il Ru des Novalles si osserva un tracciato panoramico che permette di avere una visione dall’alto dell’abitato di Chamois e di tutta la natura che lo circonda.

Il Ru des Novalles inizia presso l’alpeggio di Foressus e, dopo un paio di chilometri in piano, arriva al lago di Lod per poi scendere sino alla frazione di Lavoré. In inverno il comprensorio sciistico di Chamois offre varie tipologie di discese, tra cui interessante quella fuori pista che dal Col Fontana Fredda permette di raggiungere Valtournenche.

Subito dopo si arriva proprio a Valtournenche, ai piedi del Cervino. Molto caratteristica la piazzetta davanti alla Chiesa parrocchiale di Sant‘Antonio, ben visibile dalla maggior parte delle frazioni per il suo campanile che svetta sul paesaggio circostante.

A questa si aggiunge una visita alla Maison de l’alpage. Allestito in un grande rascard secentesco, questo museo promuove la conoscenza della vita dell’alpeggio e dei suoi prodotti, attraverso visite guidate all’esposizione ed eventi.

Partendo sempre dalla piazzetta, in un paio d’ore di salita a piedi, si arriva a Cheneil, grazioso villaggio senza auto, da cui si gode di una splendida vista sul Cervino, in un ambiente naturale tra fitti boschi e pascoli in fiore.

Se si volge lo sguardo in direzione della parete rocciosa davanti al municipio della piazzetta, in estate si possono vedere alpinisti che si cimentano su una via ferrata. Ma si presentano anche occasioni di escursionismo.

Poco oltre la via ferrata si può salire fino al Lago di Cignana e al rifugio Perucca-Vuillermoz.

La Veillà de Valtournenche, speciale serata estiva, anima le vie di questa località con i suoni dei mestieri di un tempo, tra cui il sabotier, artigiano che fabbrica gli zoccoli in legno, i pastori che tosano le pecore e le donne intente a filare la lana.

Si procede verso nord arrivando a  Breuil Cervinia, che insieme a Courmayeur, è oggi il centro turistico più rinomato della Valle d’Aosta.Accompagnati da un maestro di sci o da una guida alpina, è  possibile percorrere alcuni tra i fuoripista più spettacolari delle Alpi e praticare l’eliski. Per i più spericolati si presenta la possibilità di praticare il parapendio, il kite sailing, lo snowbike ed escursioni in motoslitta.

In questa località si scia anche d’estate, grazie agli impianti che permettono di raggiungere i ghiacciai di Plateau Rosa e del Ventina.

Appuntamenti da segnare in agenda sono la fiaccolata di fine anno, le competizioni internazionali in mountain bike e le numerose gare di snowboard. A luglio, inoltre, viene organizzata la rassegna di film di montagna Cervino International Film Festival e una menzione a parte merita il Trofeo Mezzalama, competizione di sci alpinismo organizzata, ad annate alterne, su un percorso tra Cervinia e Gressoney-La-Trinité, che si distende a cavallo dei 4000 metri di quota.

Poi risalta la vetta imponente del Monte Cervino, 4478 metri di roccia che domina un meraviglioso semicerchio di creste, ghiacci e valichi.

Sulla sinistra si trova la catena delle Grandes Murailles, ad ovest, la Becca d’Aver che divide con il vallone di Saint-Barthelemy. Ovunque l’acqua ha lasciato laghi cristallini, dal lago Lod a quelli superiori delle Cime Bianche, al piccolo Lago Blu, un gioiello incastonato nella conca del Breuil dove a volte si specchia la mole del Cervino.

lago blu valle d aosta

Da Châtillon, verso l’ampio massiccio del Monte Rosa, salgono due valli, quella di Ayas e quella di Gressoney.

Si parte  da  Brusson, a 1338 metri di altitudine tra fitti boschi e pascoli. Da Brusson parte la strada che porta al panoramico Col di Joux, che collega la Val d’Ayas con Saint-Vincent.

Da visitare le miniere d’oro di Chamousira, una moderna struttura, in posizione panoramica sulla Val d’Ayas, che permette di scoprire il suggestivo mondo sotterraneo delle miniere d’oro di Brusson. Poi il Castello di Graines, costruito nell’XI secolo su di uno sperone roccioso che regna  sull’abitato e la Chiesa Parrocchiale di San Maurizio, situata nella parte alta del borgo che ospita al suo interno interessanti altari ottocenteschi e una serie di oggetti di arte sacra.

Particolare la Fromagerie Haut Val d’Ayas.

Un caseificio, al cui interno sono stati ritagliati degli spazi che riproducono scene di vita rurale di un tempo, con pannelli che illustrano il percorso del latte dalla mungitura alla trasformazione.

In inverno Brusson è meta ideale per appassionati di sci nordico con  piste che raggiungono i duemila metri di Estoul, villaggio in cui si trovano piste di discesa che si spingono verso la Punta Palasinaz. In estate, invece, è possibile praticare escursioni con differenti livelli di difficoltà oppure pedalare in mountain bike lungo vari sentieri. Gli amanti dell’arrampicata su roccia, trovano pareti a strapiombo alte fino a 45 metri nella frazione di Extrepieraz.

Segue il comune di Ayas, alla testa della valle solcata dal torrente Evançon e dominata dal massiccio del Monte Rosa e dalle sue vette. La località è frammentata in numerosi villaggi, ognuno con proprie caratteristiche paesaggistiche e architettoniche.

Champoluc è la località più famosa, a 1568 metri di quota.

La Notte bianca a Champoluc è un evento che richiama ogni anno moltissimi visitatori, nel mese di agosto, a cui partecipano  artigiani e aziende agricole valdostani, mentre gruppi itineranti rallegrano il borgo con musica e balli tradizionali.

Antagnod, dove si trova il Municipio di Ayas, è invece un villaggio a 1710 metri di altitudine da cui si gode un magnifico panorama. Da non perdere la parrocchiale di San Martino con un insolito campanile a bulbo ed un prezioso altare barocco del XVII secolo e il Museo di arte sacra. Il centro storico di Antagnod ospita la mostra permanente dell’artigianato tipico presso la Maison Fournier, caratterizzata da una lunga balconata in legno ed affiancata da una torre scalare cilindrica.

La località è rinomata per gli sport invernali. Dalla piccola stazione per lo sci da discesa di Antagnod ai noti impianti del comprensorio Monterosa Ski di Frachey e Champoluc, che con le loro piste collegano la Val d’Ayas, la Valle di Gressoney e la Valsesia.

Durante l’estate, Ayas offre itinerari escursionistici verso laghi come lo splendido Lago Blu di Verra, e diversi rifugi o valichi alpini, tra cui il Col Portola.

Punto di partenza ideale per le ascensioni alpinistiche sul gruppo del Monte Rosa, Ayas offre anche molti percorsi segnalati agli appassionati di mountain bike.

Tra le altre località che conducono al Monte Rosa si presenta Gressoney Saint- Jean, a 1385 metri di altitudine in un contesto scenografico particolare per la vista offerta sul ghiacciaio del Lyskamm.

La storia di Gressoney è strettamente legata alla comunità Walser.

walser valle d aosta

Una popolazione di origine germanica giunta in questa zona più di otto secoli fa attraverso il Colle del Teodulo. Il patrimonio tradizionale, mantenuto vivo dal Centro Culturale Walser e dal gruppo folkloristico, si riflette ancora oggi nell’architettura originale con i tipici stadel, edifici rurali che poggiano su colonne a forma di fungo, nella lingua parlata, il Titsch, e nel prezioso costume femminile.

Restando in tema Walser si visita il villaggio di Alpenzu, che racchiude in sé le caratteristiche dell’architettura Walser.

Poi l’Alpenfaunamuseum Beck-Peccoz, museo che ospita una ricca collezione di trofei di caccia, armi antiche e preziosi cimeli di famiglia

A Gressoney Saint- Jean la festa patronale di San Giovanni Battista è molto caratteristica.

Dopo la celebrazione della Santa Messa è possibile ammirare i costumi tradizionali Walser indossati dalle donne. Lunghi abiti rossi con pettorine di velluto nero decorate in oro, abbelliti da una preziosa cuffia, ricamata interamente in filigrana d’oro.

In concomitanza con questa festa si svolge anche la Bierfest, dedicata alla famosa Kühbacher Bier, prodotta nella birreria del Barone Beck-Peccoz, gressonaro emigrato in Germania. A questa si aggiunge un altro evento all’insegna del gusto, la festa della Toma, apprezzato formaggio da tavola, fresco o stagionato, che in questa vallata si produce ancora oggi con metodi tradizionali.

Poi  Gaby, villaggio alpino situato a 1047 metri di altitudine che conserva un’architettura in pietra e legno del tutto particolare.

Tipica è la presenza dei rascard, costruzioni in legno che qui si ritrovano frequentemente, insieme ad altre realizzate in pietra, come le locali case-forti.

Nonostante Gaby sia una zona linguistica franco-provenzale in cui si parla il patois, questa frazione è stata popolata un tempo dai Walser. E visitare il piccolo villaggio di Niel rappresenta un viaggio nel tempo della comunità Walser, tra antiche abitazioni, fontanelle e una piccola chiesetta.

E proprio qui si svolge la Polentata.

Un tradizionale appuntamento gastronomico la prima domenica di agosto di ogni anno, in cui gustare polenta e spezzatino accompagnati da canti e balli popolari.

Segue Issime, piccolo centro a 953 metri di altitudine. A Issime viene parlato ancora oggi un dialetto di chiara radice germanica, denominato töitschu, anche qui un’eredità lasciata dai Walser. Per mantenere vive le antiche tradizioni, a Issime è nata nel 1967 l’Associazione Augusta, che promuove e sostiene questo importante retaggio culturale.

Da visitare la chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore, che risalta per l’affresco che adorna la facciata, raffigurante il Giudizio Universale.

All’esterno sono interessanti le quindici cappelle decorate con i misteri del rosario, mentre all’interno è degno di nota l’altare maggiore del 1600, in legno scolpito e dorato.

Tra le varie cappelle, aperte solo in determinati giorni dell’anno, quella della Madonna delle Nevi in località Mühnes che, con i suoi 2007 metri, è la più alta di Issime. Qui viene celebrata ogni anno il 5 di agosto la Festa della Madonna delle Nevi. La Santa Messa, seguita dalla tradizionale distribuzione di polenta e latte, è accompagnata dalle note della banda.

Le tradizioni vengono rispettate con l’Eischem Mert, mercatino di artigianato e prodotti tipici valdostani, che ogni estate fa scoprire ai visitatori  la tradizione artigiana locale, fatta di legno, pietra e vimini.

Si arriva quindi al Monte Rosa sul confine con la Svizzera, che si estende dal colle del Théodule al Passo di Monte Moro in Valle Anzasca, comprendendo un buon numero di vette che raggiungono i 4000 metri di quota.

Fra queste le più note sono  il Polluce di 4092 metri, il Castore di 4228 metri e la Pyramide Vincent di 4215 metri.

Il comprensorio del Monterosa Ski collega non solo Ayas e Gressoney, ma anche Alagna Valsesia, per un totale di quasi duecento chilometri di piste, che arrivano ai 2700 metri del colle della Bettaforca, ai 2900 metri del passo dei Salati e ai 3200 metri del ghiacciaio di Indren.

Il percorso conclusivo all’interno della regione attraversa la Valle centrale Mont Avic. Si parte sempre da Châtillon e si prosegue verso sud, incontrando Saint Vincent. Soprannominata la Riviera delle Alpi è tra le località più conosciute della Valle d’Aosta, anche grazie al Casino de la Vallée, una delle case da gioco più famose e grandi d’Europa.

Poco distante da Saint-Vincent, a 1.640 metri, si trova la stazione sciistica del Col de Joux, posta a cavallo tra la Val d’Ayas e la valle centrale della Dora. Una piccola stazione invernale, ideale sia per chi vuole sciare, che per chi desidera trascorrere una piacevole giornata passeggiando lungo le pinete circostanti.

Anche in estate un ricco patrimonio naturale invita ad esplorare i percorsi nel verde e tra i villaggi adagiati sui vicini pendii.

Un autentico tuffo nelle tradizioni secolari e nella cultura popolare, alla scoperta delle antiche abitazioni in legno e pietra, delle cappelle e dei mulini.

Si prosegue a sud per Champdepraz. Dal passato minerario il paese accoglie escursionisti e visitatori grazie al Parco Regionale del Mont Avic, con una natura spettacolare e una varietà di paesaggi come la foresta di pino uncinato delle Alpi italiane, e il Gran Lago, uno dei bacini naturali più estesi in Valle d’Aosta.

Il Parco Regionale Mont Avic offre agli escursionisti una ricca rete di sentieri che permette di scoprire particolarità animali e vegetali uniche in Valle d’Aosta. Alcuni di questi itinerari possono anche essere percorsi con le racchette da neve. Lungo il torrente Chalamy gli appassionati di pesca sportiva trovano una riserva a gestione privata, con dei tratti a cattura ed altri no-kill, cioè per coloro che rilasciano il pescato.

Il Centro Visitatori del Parco del Mont Avic si trova nel villaggio di Covarey ed è un punto informativo sulle particolarità dell’area protetta e sulle varie passeggiate. Un interessante museo naturalistico è presente al suo interno e descrive gli ambienti rocciosi, le zone umide e le foreste del parco.

Poi Verrès, cittadina di circa tremila abitanti a 391 metri di altitudine, alla confluenza del torrente Evançon con la Dora Baltea.

verres valle d aosta

Il paese è dominato dall’imponente castello, grande esempio di fortezza feudale, situato sulla rocca che chiude l’accesso alla Val d’Ayas. La struttura di questo enorme cubo di pietra è arricchita da bifore e finestre crociate, porte ad arco e colossali camini.

Il cuore architettonico della Collegiata di Saint-Gilles, al centro del paese, è quasi in perfetta simmetria col castello e risale all’anno Mille. Poco distante  la chiesa parrocchiale di Sant’Egidio, costruita su una precedente chiesa romanica.

ùAll’interno del borgo si possono visitare inoltre le cappelle della Madonna delle Grazie, di San Grato e di San Rocco.

In occasione del carnevale è particolare la rievocazione storica della figura di Caterina di Challant, contessa circondata da conti, guardie armate e capitani in costume d’epoca. A questi si aggiunge la festa medioevale, l’ultimo weekend di luglio e le serate enogastronomiche a San Rocco il 16 agosto e a Sant’Agostino il 28 agosto.

Segue Issogne, un insieme di abitazioni che compongono il paese è caratterizzato dalla presenza del famoso castello del XV secolo, sorto sull’area in cui esisteva una villa di epoca romana imperiale. Il castello rappresenta un esempio di architettura residenziale del periodo tardo gotico-rinascimentale, con un’ imponente struttura quadrilatera, torri angolari e finestre a crociera.

Il cortile interno presenta la Fontana del melograno, opera in ferro battuto dai pregevoli dettagli.

Pregevoli sono inoltre le sette lunette dipinte ad affresco che si trovano sotto il porticato che raffigurano scene di vita popolare e artigiana del tempo.

Si scopre Arnad, 340 metri di altitudine, in una zona dove la valle centrale si allarga, formando una piccola pianura. Una località che presenta cultura, sport e gusto.

Si visita il Castello Valleise, un raro esempio di dimora barocca della Valle d’Aosta.

valle d aosta valleise

 

Si prosegue con il Santuario della Madonna delle Nevi, nascosto dai castagni nel vallone di Machaby, a pochi chilometri dal centro abitato, sul cui piazzale antistante si possono ammirare alcune statue in pietra ollare.

E poi la Chiesa parrocchiale di San Martino, l’esempio più importante di architettura romanica della Valle d’Aosta.

Ad Arnad si possono fare escursioni di varia lunghezza e difficoltà, ma l’attività principale è  l’arrampicata sportiva, con il Paretone e la Gruviera a disposizione degli appassionati. Nel comune si trova anche un laghetto dove si può praticare la pesca sportiva, nei pressi del quale si può partire per un divertente percorso di rafting lungo la Dora Baltea fino a raggiungere il Forte di Bard.

La località è anche famosa per il Lard d’Arnad, delizioso e profumato salume D.O.P. A questo è dedicata una festa ormai tipica e tradizionale nell’ultimo weekend di agosto.

Poco distante Bard, il più piccolo comune italiano con poco più di cento abitanti.

forte di bard valle d aosta

Si estende a ridosso di un imponente promontorio roccioso, ed è dominato dall’omonimo forte, diventato un polo culturale con musei permanenti e esposizioni temporanee di livello internazionale. Ma il Forte di Bard, al quale si può accedere con gli ascensori panoramici, presenta anche  il Museo delle Alpi, e il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere.

Un borgo medievale ricco di case storiche che viene attraversato da una tappa della Via Francigena che percorre tutto il borgo ai piedi del forte. Altri due sentieri conducono ad Albard di Bard e ad Albard di Donnas, permettendo di osservare l’abitato e la sua fortificazione da una prospettiva insolita.

Oltre al borgo si presenta anche l’interessante geosito archeologico, caratterizzato dalle marmitte dei giganti, cavità formate dalla forza erosiva delle acque subglaciali, da incisioni rupestri e dallo scivolo delle donne, che si credeva favorisse la fertilità.

Segue Pontboset un villaggio che conserva numerose costruzioni d’epoca.

Da Pontboset partono passeggiate alla scoperta di bellezze naturali quali l’Orrido del Ratus, la passeggiata dei sei Ponti e quella verso il villaggio di Barmelle, raggiungibile percorrendo un antico sentiero a gradoni in pietra.

Il torrente Ayasse, per le sue caratteristiche morfologiche e per la purezza delle sue acque, ha nel tempo scavato gole profonde e selvagge creando scorci suggestivi e divenendo anche luogo  per la pesca alla trota fario e per la pratica del kayak d’alto corso.

Poi Champorcer, punto di arrivo dell’ultima vallata sulla sponda destra della Dora Baltea. Champorcher è la più vicina stazione sciistica per chi arriva da altre regioni italiane e poco distante dal confine col Piemonte.

In questa zona l’artigianato locale è caratterizzato dalla tessitura della canapa, in mostra permanente all’ecomuseo. Al suo interno viene rievocata, grazie anche ad effetti sonori, la vita domestica di un tempo, caratterizzata anche dalla tessitura della tela di canapa, che veniva effettuata presso tutte le famiglie. Si può vedere la lavorazione tradizionale a mano del tessuto di canapa ed acquistarne i manufatti.

Un altro prodotto tipico di Champorcher è il pane nero, che viene celebrato in due feste ad agosto, una in frazione Mellier e un’altra in frazione Chardonney. Mentre nel periodo natalizio si cuoce in forno questo tipo di pane  arricchito con castagne, noci e uvetta.

La visita nel territorio valdostano si conclude a Pont Saint- Martin, situato al confine con il Piemonte.

ponte saint martin

Lo spettacolare ponte di epoca romana è il suo monumento più celebre. Una testimonianza dell’antica strada consolare delle Gallie che passava da qui. Il panorama è dominato dai resti dell’antico castello feudale voluto dai Signori di Bard, posto su un’altura all’imbocco della Valle di Gressoney.

Pont-Saint-Martin offre la possibilità di trascorrere momenti piacevoli all’aria aperta, immersi nel verde, tra castagni centenari e betulle al Bousc Daré, oppure sulle rive del torrente Lys. Da consigliare, inoltre, l’escursione che porta a Suzey, dove si trovano le rovine di un antico castello,  e il Monte Parassone a 1799 metri da dove si gode di una splendida vista su tutta la valle centrale.

Il Carnevale di Pont-Saint-Martin è il più antico della regione e presenta particolari caratteristiche, tra cui la rappresentazione della corsa delle bighe e la sfilata con i personaggi storici in costume dell’epoca, che percorrono a cavallo le vie del centro storico. La conclusione avviene la sera del martedì, con il rogo del diavolo sotto il ponte.

Alessandro Campa

 

 

 

 

 

 

 

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