**Elezioni: Albertini, ‘con scelte diverse, Azione a Milano avrebbe superato il 20%’**

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Milano, 28 set. (Adnkronos) – “Io sono parte di una scelta che non è stata fatta, così come è stato fatto con Pizzarotti e altri personaggi forse meno noti, ma sono convinto che se la scelta fosse stata non solo su di me, ma sulla visione di un allargamento, Azione avrebbe potuto raggiungere la doppia cifra a livello nazionale e a Milano avremmo superato il 20%”. A dirlo all’Adnkronos è Gabriele Albertini, protagonista, in campagna elettorale, di un intenso scambio con il leader di Azione-Italia Viva, Carlo Calenda, terminato con la mancata candidatura dell’ex sindaco di Milano.

Il risultato ottenuto dalla lista di Calenda e Renzi è stato obiettivamente buono: “diciamo che senz’altro ha una sufficienza piena -afferma Albertini-; se fossimo a scuola, gli darei un sette meno. Il fatto, però, è che Calenda puntava alle due cifre. Quello che gli avevo scritto negli ormai famosi sms, a proposito della ‘alternativa del diavolo’, era che aveva fatto una scelta conservativa e prudenziale sulle candidature, che però sono importanti ai fini dell’acquisizione del consenso”. Anche perché “il risultato non si fa soltanto con le linee politiche, la leadership del capo partito e il programma elettorale; sono anche le candidature territoriali, che possono aggiungere, o togliere, o lasciare neutri”.

“Per quanto mi riguarda, io credo che a Milano qualche voto in più, forse, lo avremmo preso. Lo stesso dicasi sul territorio nazionale dell’accordo nazionale che aveva fatto con Pizzarotti”. Nel senso che “se scegli di confermare il ceto dirigente uscente, fai una scelta di gestione. E allora è già tanto essere arrivati vicini all’8%. Se invece vuoi allargarti, sacrifichi l’esistente e punti sull’inclusione. Che poi era la linea di Renzi”. Oltretutto, “guardiamo a cosa ha fatto Giorgia Meloni: partendo dal 4% e avendo stime di sestuplicare, aveva spazi per includere. E infatti ha incluso tre ‘botte’ colossali come Pera, Nordio e Tremonti, che saranno tutti e tre ministri, quindi avranno ruoli apicali molto importanti. Sono segnali forti che ha dato, anche per tranquillizzare tutto quel mondo che vede come un incubo il post fascismo, il sovranismo, il nazionalismo, l’Europa ecc”. Ecco perché, conclude l’ex senatore, “il risultato fatto da Calenda è buono, ma poteva essere migliore”, anche perché “da quello che sentivo in giro, non solo intorno a me, c’era molto entusiasmo”.

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