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Come rendere la cremazione più rispettosa dell’ambiente

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In Inghilterra sta facendo molto discutere «Resomation», una pratica che trasforma i resti del defunto in acqua e cenere

Si cercano sempre alternative alla cremazione che siano più rispettose dell’ambiente, ma l’industria funeraria inglese ha esitato di fronte a un’alternativa per la cremazione che viene chiamata «water cremation» (ovvero: cremazione nell’acqua). Il Sandwell Council aveva cominciato a collaborare con l’azienda Resomation, ma la Water UK, ovvero la compagnia idrica che copre la regione, ha chiesto delucidazioni al governo. Resomation infatti è un pratica per cui i resti liquefatti dei morti, alla fine, entrano nel sistema idrico: secondo la Water UK, al pubblico l’idea non piacerà.

Sul sito web di Resomation, l’offerta è descritta come «un’alternativa alla cremazione e alla tumulazione basata sull’acqua, degna e rispettosa». L’azienda impiega un processo di idrolisi alcalino per far sì che il defunto venga «cremato», dissolvendo i resti in una soluzione alcalina che diventa liquido e cenere, in un macchinario che si chiama Resomator. Sempre sul sito web c’è scritto che, dopo il processo, il liquido viene «restituito in modo sicuro al ciclo dell’acqua, libero da qualsiasi traccia di DNA».

Resomation afferma di aver dimostrato di avere un impatto minimo sull’ambiente, grazie anche alle quattro macchine che operano nel Minnesota, in Florida, in California e presto a Chicago.
Il Sandwell Council mirava a offrire la cremazione nell’acqua al Rowley Regis Crematorium, ma a marzo la società di servizi idrici Severn Trent non ha concesso al consiglio una licenza per gli scarichi commerciali – quella che determina quali sostanze possono entrare nelle fogne.

In attesa che si capisca meglio cosa accadrà, il dibattito rimane aperto.
Resomation assicura che la sua tecnica non fa altro che copiare il metodo utilizzato dalla natura per dissolvere quel che resta di un corpo.

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acqua, ambiente, Cremazione

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