Gli additivi alimentari aumentano il rischio di tumore?

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Sono tanti i cibi ricchissimi di additivi alimentari, sostanze utilizzate per prolungare la conservazione o il sapore: ma sono sicuri per la nostra salute?

 

In tantissimi cibi o piatti pronti che acquistiamo al supermercato ci sono additivi di vario genere, ovvero sostanze aggiunte agli alimenti per prolungarne la conservazione, preservarli da contaminazioni microbiche e irrancidimento, e migliorarne il sapore, il colore e la consistenza.  Tutti gli additivi a uso alimentare subiscono un lungo processo di valutazione della loro sicurezza: ‘la valutazione viene effettuata dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e gli additivi autorizzati sono identificati dalla lettera E seguita da un numero. Altri organi di controllo internazionali sono il Joint Expert Committee on Food Additives (JECFA) dell’Organizzazione per l’Alimentazione e per l’Agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)’, si legge sul sito dell’ Associazione italiana per la ricerca sul cancro.

‘Mangiare’ molti additivi aumenta il rischio provocare il cancro? Numerosi studi hanno dimostrato che non vi è una correlazione tra lo sviluppo di tumori e il consumo di additivi in quantità limitate, fatta una sola eccezione: i  nitriti e i nitrati, usati come conservanti, soprattutto, in carne e insaccati. I nitriti e i nitrati sono pericolosi a causa delle modificazioni che possono subire all’interno dell’organismo e possono convertirli in sostanze cancerogene.

‘I nitrati e i nitriti di per sé non sono cancerogeni, ma possono andare incontro, sia a causa dell’azione del metabolismo sia attraverso la cottura, a una serie di trasformazioni chimiche che li convertono in N-nitrosammine, composti che invece sono considerati cancerogeni. I nitrati si trovano naturalmente in diversi alimenti, tra cui le verdure (bietole, sedano, rape, spinaci), e nell’acqua potabile. Di per sé, i nitrati sono innocui. Possono però essere convertiti in nitriti dall’azione delle ghiandole salivari nella bocca. I nitriti, a loro volta, possono combinarsi con altre molecole, le ammine, presenti negli alimenti ricchi di proteine come carne, salumi, formaggi, a formare le N-nitrosammine, che sono invece cancerogene.

La formazione di nitrosammine avviene spontaneamente nell’organismo umano: nell’ambiente fortemente acido dello stomaco i nitriti si convertono in acido nitroso, che a sua volta si combina facilmente con le ammine a dare le nitrosammine. Anche la cottura ad alte temperature, come la frittura, favoriscono la conversione di nitriti in nitrosammine.

I nitriti sono utilizzati come conservanti perché sono essenziali a impedire lo sviluppo di microorganismi patogeni potenzialmente molto pericolosi, tra cui il Clostridium botulinum che causa il botulino.

Le attuali normative di legge che regolano l’uso dei nitriti come additivi alimentari sono basate sul principio che consente il loro utilizzo in piccole quantità per i cibi in cui il rischio per la salute di una possibile contaminazione da botulino è molto maggiore del rischio di aumentare la probabilità di tumore. In ogni caso, il limite massimo di nitrito ammissibile per la legge italiana è di 150 milligrammi per chilogrammo di prodotto alimentare.’

 

Quali i cibi da evitare? I cibi contenenti nitrito di potassio (E249), nitrito di sodio (E250) e nitrato di potassio (E252), presenti soprattutto nella carne in scatola, negli insaccati e nelle carni lavorate.

gc

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