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Cinquanta tonnellate di Co2, per ogni film prodotto

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La produzione di un film costa all’ambiente circa 50 tonnellate di CO2 in atmosfera, ma si attende svolta green

 

La produzione di un film costa all’ambiente circa 50 tonnellate di CO2 in atmosfera. A dare i dati è Green Cross Italia nel corso della presentazione dei dati del Centro studi Unioncamere, in un workshop ‘Green economy e green jobs nel cinema italiano’ organizzato in occasione della consegna del Green drop award alla Mostra del cinema di Venezia.

Per l’associazione “anche nel cinema italiano stiamo assistendo a una svolta green” anche se “la strada da percorrere è ancora lunga”. Infatti, “favorire attraverso lo schermo, comportamenti ecosostenibili, porterebbe a importanti riduzioni di emissioni di CO2 nell’aria”. Secondo una stima “se 500 mila spettatori, influenzati dallo schermo, decidessero di ridurre anche solo dell’1% la propria produzione di CO2, si avrebbe un risparmio di 46 mila tonnellate di CO2 che non verrebbero immesse nell’atmosfera; l’equivalente di 46 milioni di metri quadri di boschi in più”.

“Almeno un quarto delle imprese rientra ormai nella green economy – dichiara Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award – è ora che anche l’industria cinematografica vada in questa direzione. Proprio in queste ore viene depositata dal presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci un’interrogazione ai ministri della Cultura e dell’Ambiente per chiedere incentivi anche per le produzioni cinematografiche green”. Tra i casi studio di cinema green, il film ‘Un Angelo all’inferno’, pellicola prodotta da Michele Calì e Federica Andreoli. “Nel cinema italiano – spiega il regista Mimmo Calopresti, presidente di giuria del premio Green drop award – si dovrebbe iniziare a lavorare con una mentalità che includa l’etica ambientale”.

 

(Gc-Ansa)

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cinema, film, produzione film

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