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duomo di modena

Patrimoni Unesco: 1997, Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande

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duomo di modena

Viaggio tra i Patrimoni Unesco in Italia

La Via Emilia, una delle arterie stradali più importanti della regione Emilia Romagna. Proprio lungo questo percorso di grande interesse, nel 187 a.C. venne fondata la città romana di di Mutina, oggi Modena, che tra il IX e il XIII secolo si sviluppò come importante centro medievale.

A questo periodo appartengono tre particolari edifici distintivi della città: la Cattedrale, la Torre Civica e la Piazza Grande. Un’ intera proprietà, divenuta Patrimonio UNESCO nel 1997, che ricopre un’area di 1, 2 ettari.

La Cattedrale, o Duomo, di Modena fu fondata nel 1099 ed è una delle prime importanti costruzioni, frutto dell’attività congiunta dell’architetto Lanfranco e dello scultore Wiligelmo. Un edificio che testimonia la fede dei suoi costruttori e la potenza della dinastia Canossa che la commissionò.

Il Duomo di Modena rappresenta uno dei più alti esempi dell’arte romanica in Italia, che stupì i contemporanei e che continua ancora oggi a sorprendere per la sua straordinaria bellezza e originalità.

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La struttura è rivestita di antiche pietre romane, che la collegano allo splendore dei templi dell’antichità, mentre le ricche sculture di Wiligelmo si trovano sia sui muri esterni che sui capitelli interni.

Sulla struttura architettonica del Duomo ideata da Lanfranco si innestò, in uno straordinario rapporto di armonia, la scultura di Wiligelmo, che rappresenta in modo efficace ciò che temevano e ciò in cui credevano gli uomini dell’epoca medievale.

Wiligelmo, attivo nella Cattedrale dal 1099 al 1115, sviluppò nella facciata principale un ambizioso programma iconografico. La sua arte sintetica è documentata dalle figure dei profeti nel portale maggiore e da quelle ispirate a storie della Genesi nei rilievi, popolati da uomini, animali e creature fantastiche tratti dai bestiari dell’epoca.

Il tema della salvezza, della lotta tra bene e male, ma anche delle difficoltà della vita quotidiana sono narrati attraverso forme che rimandano a complessi significati cosmologici, biblici e teologici, come era tipico nel Medioevo.

A partire dalla metà del XII secolo i lavori per il completamento vennero affidati ai Campionesi, maestranze specializzate provenienti da Lugano, che diressero i lavori modificando la struttura e definendone l’apparato scultoreo.

La Torre Civica, conosciuta come “Ghirlandina” forse per le due balconate simili a ghirlande che circondano la cuspide, fu innalzata assieme alla Cattedrale e fu collegata ad essa da due archi.

La torre è alta circa 86 metri e caratterizza il profilo della città, mentre la costruzione avvenne in due momenti successivi. I sei ordini inferiori, infatti, furono realizzati da Lanfranco e Wiligelmo, il tamburo ottagonale e la cuspide, invece, furono realizzati da Arrigo da Campione tra il 1261 e il 1319.

Originariamente fu progetta come struttura a cinque piani e fu completata nel 1319 con una sezione ottagonale e decorazioni aggiuntive.

Particolare interesse suscitano i capitelli scolpiti nella Stanza dei Torresani, situata a circa 45 metri da terra e trasformata parzialmente in belvedere alla fine del XVI secolo.

Un luogo abitato dai custodi che vegliavano sulla città, davano il segnale per l‘apertura e la chiusura delle porte e suonavano le campane.

La cattedrale e la torre “Ghirlandina” si presentano come un complesso coerente per criteri materiali e strutturali, e la costruzione dei due edifici mantenne impegnata la città di Modena per oltre due secoli, dal 1099 al 1319.

La Piazza del Duomo, fondata nella seconda metà del XII secolo, ha assunto l’appellativo di Grande dalla seconda metà del XVII secolo. Situata lungo la storica Via Emilia, nel centro medievale della città, per secoli è stata lo scenario del potere e da sempre rappresenta il cuore pulsante di Modena. La piazza era il luogo dove si amministrava la giustizia, ma era anche lo spazio delle feste, dei giochi e del mercato.

Sul lato occidentale di Piazza Grande si presenta la parte posteriore dell’Arcivescovado, strettamente legato alla Cattedrale e unito ad essa da un passaggio privato, mentre sul lato orientale della piazza si erge il Palazzo Comunale, edificio seicentesco a portici che ha collegato gli antichi palazzi medievali del Comune e della Ragione.

La forte vocazione civile della piazza è ancora oggi testimoniata dalla presenza Preda Ringadora, che in dialetto modenese significa “pietra dell’arringa”.

Un grosso masso marmoreo di forma rettangolare lungo oltre tre metri che, durante il Medioevo, veniva utilizzato come palco degli oratori, ma anche come luogo in cui eseguire sentenze di morte, oltre ad essere usata come pietra del disonore per i debitori insolventi.

Il complesso monumentale costituito dalla Cattedrale, dalla Torre Civica e dalla Piazza Grande offre un esempio di sviluppo urbano strettamente collegato ai valori della vita civica, specialmente nelle relazioni tra l’economia, la religione e la vita politica della città.

Una testimonianza eccezionale delle tradizioni culturali nella società urbana dell’Italia settentrionale tra il XII e XIII secolo dove la sua organizzazione, le sue credenze e i suoi valori si riflettono nella storia degli edifici.

Le grandi innovazioni di Wiligelmo avrebbero avuto un’influenza di vasta portata sulla scultura medievale italiana, rappresentando una delle principali scuole di un nuovo linguaggio figurativo destinato un’ enorme importanza sullo sviluppo dell’arte romanica nella pianura padana.

La Cattedrale di Modena e la Torre, con le straordinarie sculture e l’originale struttura architettonica, sono un capolavoro del genio creativo umano, grazie all’attività congiunta di due straordinari artisti, Lanfranco e Wiligelmo, che con il loro lavoro hanno reso possibile un nuovo rapporto dialettico tra architettura e scultura nell’arte romanica.

Il complesso è situato nel centro storico di Modena, soggetto a restrizioni preventive di conservazione archeologica e, secondo lo strumento urbanistico modenese, qualsiasi lavoro consentito sul complesso monumentale, al fine di garantire la conservazione del suo eccezionale valore universale, deve essere rigorosamente supervisionato e selezionato.

Il patrimonio dell’umanità di Modena ha mantenuto nel tempo le sue caratteristiche storiche, sociali e artistiche che ne definiscono il suo eccezionale valore universale.

I lavori effettuati sul complesso monumentale, nel corso dei secoli, sono sempre stati finalizzati a mantenere gli edifici efficienti e utili, preservandone le proporzioni spaziali e prolungandone la vita senza alterarne la fisionomia e le funzioni.

Le minacce all’immobile sono principalmente legate al rischio sismico dovuto ad una linea di faglia che si estende da est-ovest a sud del fiume Po. A seguito del terremoto del 1996 è stato effettuato un intervento di restauro sul complesso. Di conseguenza, il recente evento sismico verificatosi nella regione Emilia nel maggio 2012 ha causato solo piccole crepe alla cattedrale e nessun danno significativo agli altri edifici inscritti nella proprietà.

Dal punto di vista del restauro e della conservazione, il Duomo di Modena rappresenta un caso esemplare, che mostra una storia centenaria di interventi e iniziative, meritandosi un capitolo di rilievo nella storia della conservazione del patrimonio italiano.

Alessandro Campa

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