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Patrimoni Unesco: 1995, Ferrara città del Rinascimento e il suo Delta del Po

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Viaggio tra i Patrimoni Unesco in Italia

Ferrara, piccola ed elegante città dell’Emilia Romagna, importante centro commerciale e politico  in epoca medievale, raggiunse i più alti vertici dell’architettura e del prestigio rinascimentale con l’inizio della reggenza della famiglia Este.

Proprio questa dinastia, infatti, ne fece una delle capitali più illuminate e affascinanti d’Europa, trasformando la città di Ferrara in un centro intellettuale e artistico che attrasse le più grandi menti del Rinascimento italiano del XV e XVI secolo, come Piero della Francesca, Jacopo Bellini e Andrea Mantegna.

Ferrara, città del Rinascimento, e il suo Delta del Po vennero dichiarate patrimonio UNESCO nel 1995 rappresentando un notevole paesaggio culturale che comprende il centro urbano della città ed i terreni agricoli vicini all’interno dell’antico e vasto Delta del fiume Po.

La disposizione urbana interna alla prima cinta di mura difensive, secondo la visione della famiglia Este, era inadatta a rappresentare la propria grandezza e il proprio predominio sul territorio.

Perciò, dal XIV al XVI secolo, furono attuate una serie di modifiche che fecero di Ferrara la prima città rinascimentale e moderna ad essere sviluppata secondo un complesso piano urbanistico.

Ferrara diventò così uno dei massimi centri del Rinascimento italiano, costituito dai suoi elementi principali come il Castello Estense, considerato il monumento più rappresentativo della città, il Palazzo dei Diamanti, con i suoi particolari 8.500 blocchi di marmo a forma di punta di diamante, la Porta degli Angeli, il Tempio di San Cristoforo alla Certosa e la  Piazza Ariostea.

Questi rappresentano i monumenti più rilevanti della cosiddetta Addizione Erculea, l’ampliamento quattrocentesco della città voluto da Ercole I d’Este e realizzato dall’architetto Biagio Rossetti a partire dal 1492.

L’Addizione Erculea modificò la forma originale della città, creando un sistema urbano complessivo attraverso l’unione della zona medievale a quella nuova rinascimentale. Lo stesso Castello Estense, da severa fortezza trecentesca, nel corso dei due secoli successivi, si trasformò in fastosa dimora di una delle più splendide e celebri corti d’Europa.

In questo schema urbano, la rete di strade e mura era strettamente collegata con i palazzi, le chiese e i giardini come parte di un modello che dava la precedenza alla disposizione armoniosa delle prospettive urbane, piuttosto che accentuare la bellezza dei singoli edifici. Il completamento di questo progetto segnò la nascita dell’urbanistica moderna e ne influenzò il successivo sviluppo.

Gli Este vollero replicare l’immagine della corte al di fuori del contesto urbano, proseguendo un  processo di integrazione e continuità tra città e territorio.

Un lavoro che portò ad un nuovo tessuto di produzione agricola e alla costruzione di residenze ducali come segno politico di magnificenza.

Le acque del fiume Po, alla fine del loro corso, sfociano nel Mare Adriatico e depositano il loro contenuto di sabbie e limo generando nuovi terreni e provocando la suddivisione del fiume in rami minori che, prima di entrare in mare, danno origine alla foce del Delta.

Proprio questa zona è stata abitata per millenni e, tra il XIV e il XVI secolo, la famiglia degli Este realizzò qui vaste opere di bonifica e di edilizia che conferirono all’area un caratteristico collegamento con Ferrara.

Le trasformazioni della campagna intorno alla città, oltre alla creazione di nuovi canali e strade, inclusero l’istituzione di “castalderie”, grandi tenute agricole dotate di palazzi di pregio e ampi giardini, collegate alla città attraverso il reticolo di vie d’acqua fra loro comunicanti che si ramificava nel bacini del basso Po.

A queste si aggiunse la costruzione di una rete di residenze nobiliari conosciute come “delizie estensi”.

Ovvero  palazzi, ville e padiglioni destinati a rappresentare luoghi di svago e divertimento, che vennero celebrati per le loro qualità ambientali ed architettoniche, ma che in realtà costituivano lo specchio del potere e della magnificenza della famiglia d’Este.

Le residenze ducali estensi, edificate ai margini della città o disseminate nei loro possedimenti fino al Delta del Po, illustrano in modo eccezionale l’influenza della cultura rinascimentale sul paesaggio naturale.

Tra queste spicca sicuramente la Delizia di Schifanoia, a Ferrara, fatta edificare da Alberto V d’Este nel 1385 come luogo di svago appartato dalla città per “schivar la noia”.  Al piano nobile si conserva il celebre ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, realizzato tra il 1469 e il 1470 dai maestri dell’Officina ferrarese, come Ercole de’ Roberti e Francesco del Cossa.

Il ciclo di affreschi, voluto dal duca Borso d’Este per esaltare la sua attività di governo, traduce in immagini le idee di Pellegrino Prisciani, astrologo di Corte, e rappresenta una delle più grandi testimonianze della cultura rinascimentale italiana.

La Delizia di Belriguardo, in località Voghiera, fu la prima ad essere costruita fuori dalle mura cittadine e fu utilizzata come residenza estiva per tutta la corte con splendidi giardini all’italiana tra i più belli mai esistiti. Iniziata da Niccolò III nel 1435, il palazzo del Belriguardo presenta notevoli affreschi nella Sala della Vigna, unici superstiti dello splendore del palazzo definito poi la “Versailles degli Estensi”.

In località San Nicolò, la Delizia di Benvignante, nel comune di Argenta, fu fatta costruire da Borso d’Este nel 1464 e donata a Teofilo Calcagnini, suo segretario e consigliere di fiducia, mentre la Delizia di Medelana fu realizzata intorno al 1450, sempre per volontà di Borso d’Este, come sede autunnale durante le battute di caccia con il falco e le reti.

La Delizia del Verginese venne costruita, alla fine del XV secolo, presso il fiume Sandolo, ramo meridionale del Po di Volano.

Dall’aspetto iniziale di semplice casale agricolo, divenne in seguito una villa rettangolare di due piani, costruita in mattoni intonacati di bianco,  delimitata ai vertici da quattro torri merlate e raggiungibile da Ferrara via acqua. Il diamante, invece, emblema di casa d’Este, diede il nome alla Delizia della Diamantina, una tenuta acquistata da Ercole I nel 1506 per farne una residenza di caccia, completa di stalle, orti, granai e torre colombaia.

L’ultima delle delizie estensi fu il Castello della Mesola, progettato nel 1578 da Alfonso I come avamposto degli Estensi nell’area del Delta del Po, ma allo stesso tempo residenza di lusso e riserva di caccia. L’intero complesso è circondato da una cinta muraria e da una corona ottagonale di portici, mentre il Castello ospita al suo interno il Museo del Cervo e il Centro di Educazione Ambientale.

Il paesaggio rinascimentale di Ferrara e del Delta del Po forma un insieme storico e culturale eccezionalmente ben conservato, autentico nella forma, nei materiali e nell’ambiente, mentre l’integrità del centro storico di Ferrara è caratterizzata principalmente dalle mura medievali, dai modelli urbanistici e dagli edifici superstiti in gran parte originali.

Gli sviluppi a livello di pianificazione urbana, realizzati nella Ferrara rinascimentale, ebbero una profonda influenza sullo sviluppo e sui processi di conservazione programmati nel corso dei secoli.

La “scuola di architettura” ferrarese, infatti, con Biagio Rossetti, Girolamo da Carpi e Giambattista Aleotti, esportò metodi ed elementi di progettazione urbanistica, come mura e fortezze, anche nella pianificazione di altre città italiane ed europee.

Alessandro Campa

 

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