Adepp: 38% iscritti Casse previdenza hanno richiesto bonus Covid-19

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Roma, 30 set. (Labitalia) – I dati contenuti nel ‘I Rapporto Adepp sul welfare’ parlano chiaro. Le Casse di previdenza, oltre a garantire il pagamento delle pensioni e a erogare azioni di assistenza, hanno dovuto far fronte alla crisi che da anni ha colpito i liberi professionisti e che la pandemia Covid 19 ha aggravato, tanto il 38% di essi ha richiesto i bonus previsti dal governo per l’emergenza. E le Casse hanno operato dando vita, come sottolinea la vice presidente Adepp e responsabile del welfare Tiziana Stallone “ad un welfare integrato che pur rimanendo ritagliato in maniera sartoriale sulle platee delle singole Casse che differiscono per demografia e genere, si muove su direzioni comuni”.

“Il primo rapporto Welfare, infatti -spiega Stallone- nasce dalla necessità di un confronto del sistema Casse sulla vorticosa e rapida trasformazione del nostro welfare da puramente assistenziale a proattivo e dinamico per il sostegno ai redditi e al lavoro in seguito ai mutamenti del mercato del lavoro”.

“Il Covid-19 ha comportato un’accelerazione dirompente che ha agito in termini negativi su una crisi economica e sociale già in atto”, spiega il Presidente dell’Adepp e dell’Enpam Alberto Oliveti.

“Oggi dobbiamo parlare -continua Oliveti- di welfare proattivo, nel senso di pro-lavorativo. Continueremo cioè a garantire l’assistenza puntuale nelle situazioni di disagio e di bisogno, personali e familiari. Ma assicureremo anche un’assistenza focalizzata sulla capacità lavorativa del professionista, che definisco appunto pro-lavorativa, che va dal sostegno economico per rimettersi in carreggiata dopo un momento critico, fino all’assistenza strategica mirata alla pianificazione della carriera: studio, formazione, acquisizione di competenze specialistiche e momenti di passaggio lavorativo come in caso di cambio di attività, disoccupazione e altro”, aggiunge.

Scorrendo il Rapporto emerge chiaramente come si è sviluppato il welfare delle Casse di previdenza. Sin dai primi di marzo, hanno attivato e implementato misure di welfare ‘ad hoc’ non solo anticipando e gestendo l’indennità statale pari a 600 euro mensili, per il mese di marzo e aprile, e 1.000 euro per il mese di maggio, ma concedendo ulteriori bonus cumulabili con l’indennizzo pubblico, finanziamenti a tasso zero, contributi per i canoni di locazione dello studio professionale e per l’acquisto di beni strumentali, agevolazioni per il credito anche mediante la stipula di nuove convenzioni con banche e assicurazioni.

Hanno inoltre erogato indennità a seguito di ricovero e per quarantena (obbligatoria e/o fiduciaria), rimborsi post-ricovero, contributi per la diagnostica (tamponi, test sierologici), consulenza telefonica o di video-consulto medico specialistico, nonché polizze sanitarie gratuite per indennizzi in caso di infezione da Covid-19.

“Tanto ancora deve essere fatto -afferma la responsabile welfare di Adepp, Tiziana Stallone – a fronte di una nostra maggiore autonomia che mai come oggi è necessaria per la ripresa post pandemia da Covid 19”.

Le Casse continueranno a monitorare nei prossimi mesi quali mutamenti si verificheranno nel mercato del lavoro anche in termini di nuove possibilità e opportunità, individuando i nuovi campi di applicazione del lavoro professionale. Dopo il ‘Welfare della crisi’ il cammino prevede un’altra tappa ossia la costruzione del ‘Welfare del sostegno alla ripresa’ che per il presidente dell’Adepp Oliveti, però, necessita di “una fiscalità uniforme a livello europeo, oltre che una fiscalità di scopo che possa dare gambe alla ripresa dei vari mercati professionali, una razionalizzazione dei controlli, perché vigilare non significa limitare la capacità di agire bensì controllare che il percorso stia seguendo la traiettoria della finalità pubblica, di non restare vincolati alle riserve cinquantennali che sono anacronistiche e restringono il campo d’azione invece che allargarlo”, dice Oliveti.

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