Sindaco Cinisi: “Dal casolare Badalamento jr voleva mandare messaggi alla comunità”

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Palermo, 6 ago. (Adnkronos) – “Quando ho chiesto ai Carabinieri di identificare Leonardo Badalamenti, lui si è inalberato e mi ha gridato ‘Non finisce qui, poi ce la discutiamo’ e che mi avrebbe mandato in carcere. Sono convinto che con la sua presenza nel casolare volesse lanciare dei messaggi. Non so proprio a chi. Forse alla comunità. Per dimostrare la sua presenza sul territorio”. Giangiacomo Palazzolo, giovane sindaco di Cinisi, piccolo centro a due passi da Palermo, è ancora scosso quando racconta il suo incontro con Leonardo Badalamenti, il figlio dello storico boss di Cinisi Gaetano ‘Tano’ Badalamenti, condannato per l’omicidio di Peppino Impastato e morto nel 2004. “Ma non arretro di un millimetro”, dice. Ieri Leonardo Badalamenti è stato arrestato nella casa della madre a Castellammare del Golfo, nel trapanese, per un mandato di arresto internazionale del Brasile, dove era ricercato da tre anni. Mentre girava da uomo libero in Sicilia.

Pochi giorni prima del suo arresto, venerdì scorso, Leonardo Badalamenti ha avuto un alterco con il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo. Da giorni il figlio del boss cercava il primo cittadino ed era anche venuto a cercarlo al Comune “chiedendo di essere richiamato”, racconta oggi Palazzolo in una intervista all’Adnkronos. “Ma io non l’ho mai fatto”, spiega. Poi venerdì lo scontro verbale.

Palazzolo scopre che Leonardo Badalamenti si trova nel casolare che gli era stato confiscato anni prima tra Cinisi e Terrasini per rivendicarne la proprietà, perché aveva ottenuto dai giudici della Corte di assise di Palermo la restituzione del bene, finito per errore nel decreto di confisca. Ma senza neanche attendere la notifica del provvedimento il figlio di Tano Badalamenti è tornato in possesso dell’immobile “cambiando persino le serrature”, racconta oggi Palazzolo. Così è nato uno scontro verbale tra i due.

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