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Recovery: Fedriga, ‘impostazione amministrativa omogenea è torto a Paese’

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Roma, 24 giu. (Adnkronos) – “Le Regioni e gli enti locali hanno nel loro ‘Dna istituzionale’ la capacità di ascoltare ed interpretare le esigenze dei cittadini, delle loro comunità. Immaginare però che tutto ciò possa produrre un’impostazione amministrativa omogenea ed uguale dappertutto non è soltanto fuorviante, ma è un torto alla ricchezza sociale, politica, economica e culturale del nostro Paese'”. Lo ha detto intervenendo in Quirinale per le celebrazioni per i 40 anni dall’istituzione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, il presidente Fedriga ed ha aggiunto: “Io credo che ci sia un equivoco di fondo che va ormai superato: l’idea vetusta che l’interesse nazionale corrisponda alla competenza statale” ma “non credo che sia opportuno modificare l’attuale assetto costituzionale, occorre piuttosto rafforzare i luoghi del confronto e della concertazione, a cominciare dalla valorizzazione delle Conferenze interistituzionali”.

“Eppure – prosegue – sia sul piano politico che su quello mediatico ogni differenziazione è vista spesso con diffidenza, talvolta con ostilità” ma “la graduazione degli interessi in un’ottica di ‘sussidiarietà’ e la leale collaborazione fra i diversi livelli istituzionali: sono questi, a mio avviso, i pilastri di un moderno concetto di interesse nazionale sul quale dobbiamo tutti impegnarci”. “Occorre oggi uno sforzo in più, una modifica dell’approccio culturale di tutta la pubblica amministrazione, sarei tentato di dire che occorre ambire alla formazione di una classe dirigente, anche quella delle organizzazioni economiche e sociali, di “scuola regionalista”, che non tema la differenziazione, in molti casi portatrice di innovazione, creatività, e che anzi punti su di essa”.

Il rafforzamento del sistema delle autonomie rappresenta anzi una condizione imprescindibile per la tenuta del sistema istituzionale. “E’ con la regionalizzazione – rimarca – che si può dare davvero un contributo al superamento delle disparità territoriali, penso al rapporto con le aree interne o allo storico divario nord-sud. La stessa possibilità – prevista dall’articolo 116 della Costituzione – del riconoscimento di forme di autonomia differenziata non deve incutere aprioristici timori perché si tratterà di un processo inserito in un quadro di coesione e sostenuto da meccanismi di perequazione finanziaria”.

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