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Migranti: Tajani, ‘emergenza da affrontare, ma Italia non può farlo da sola’

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Roma, 6 mar. (Adnkronos) – “L’emergenza migratoria, dai vari fronti caldi di crisi, è il problema più grande che dovremo affrontare nei prossimi anni, forse decenni. E l’Italia, al di là delle speculazioni o delle polemiche politiche interne, non può farlo da sola”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Corriere della Sera, sottolineando che intanto “non rimaniamo a guardare. Sa quanti interventi di salvataggio la Guardia di Finanza, la Guardia costiera fanno nei nostri mari? Nel 2022 hanno fatto 1.170 interventi di law enforcement , in cui hanno recuperato 38.507 migranti, e 917 interventi di search and rescue , con 57.028 migranti soccorsi. Abbiamo salvato migliaia e migliaia di vite, e tutti gli italiani lo sanno, ma purtroppo non sempre ci si riesce. Tra le migliaia di disperati che si affidano a scafisti criminali qualcuno, purtroppo, non ce la fa. Come nel naufragio di Steccato di Cutro”.

Sul naufragio al largo della costa calabrese, “la magistratura farà il suo lavoro – prosegue il ministro – si vedrà se esistono responsabilità o se, come credo, è stata una tragica, terribile fatalità. Frontex aveva segnalato solo un’imbarcazione con una persona a bordo che non appariva in difficoltà. In mare aperto, dopo aver passato le acque territoriali di tanti Paesi. Ma davvero pensa che, se si avesse avuta contezza del pericolo, le nostre autorità non sarebbero intervenute, come hanno fatto moltissime volte, con grande professionalità e scrupolo? Il ‘non partite’ (del governo) è rivolto a chi corre un rischio terribile spesso senza nemmeno saperlo. Come si può pensare che una persona perbene come il ministro Piantedosi, un uomo scrupoloso, attento, che ha affrontato tante crisi, che lavora su ogni aspetto, possa pensare che le colpe sono di chi parte e non dei criminali che li mettono a rischio?”

“Umanamente certo che comprendo le ragioni di chi parte – dice ancora Tajani – Ma una politica seria deve fare un passo avanti e capire quello che si può fare per arginare e risolvere un problema immenso. Faremo in settimana un Consiglio dei ministri a Crotone, anche per dare un segnale, ma nessuno ha la bacchetta magica. Esistono almeno due piani di intervento: uno è quello che possiamo fare noi come Paese. Ogni nostra missione, ogni viaggio, ogni incontro internazionale ha in cima proprio il tema dell’immigrazione, al centro della politica estera e di sicurezza dell’Italia. Non solo come contrasto alle partenze che rischiano di far diventare i mari dei cimiteri, ma come aiuti ai Paesi che soffrono crisi enormi. Siamo stati, sia io che Meloni, più volte in Africa e nel Mediterraneo per siglare accordi, per sbloccare aiuti soprattutto per la Tunisia, che in crisi finanziaria rischia di diventare una polveriera, per stabilizzare la Libia. Da ultimo negli Emirati Arabi Uniti, abbiamo mediato per mobilitare nuovi aiuti per i Paesi che ne hanno bisogno. E siamo attivissimi anche sulla rotta balcanica: venerdì sarò in Bosnia-Erzegovina”.

“Ma da soli non possiamo farcela – afferma Tajani – Noi possiamo siglare accordi con i singoli Paesi per favorire i rimpatri dei clandestini, offrendo in cambio un aumento dei flussi regolari per avere forza lavoro qui e dare una via d’uscita sicura a tanti che premono, da Iran e Siria ai vari scenari di crisi dell’Africa, come Tunisia appunto, ma anche Costa d’Avorio, Burkina Faso, Bangladesh. Ma serve molto di più. Serve l’Europa, in primo luogo. Serve l’Onu. Serve il Fondo monetario. Lo ripeto, è un problema globale, non è solo italiano. Nel naufragio in Calabria le Ong non c’entrano, non è una rotta coperta da loro. E il ‘no alle partenze’ è proprio per evitare che masse di disperati trasformino il loro desiderio di salvezza in morte. Ma se non affrontiamo insieme questa emergenza l’Italia non può farcela da sola. Quindi compatti, nessun dubbio su Piantedosi”.

“Compatti, sì, perché non esistono mille ricette – conclude – Anzi, dall’opposizione le forniscano, se le hanno. Troppo facile speculare su drammi come questi e gridare alle dimissioni. Noi siamo in campo tutti i giorni per aprire il nostro Paese a maggiori ingressi, controllati e sicuri, ma la spinta che arriva è tale che non può esserci un’unica risposta, spesso puramente demagogica. Le carestie, le guerre, i terremoti, non sono colpa di questo governo. Che invece propone un grande Piano Mattei per l’Africa. Nessuno di noi sottovaluta o elude il problema. Lo consideriamo il più serio tra quelli che il mondo dovrà affrontare”.

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