Giovani e agricoltura, le aziende italiane sono tra le piu’ green

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L’agricoltura è l’unico settore produttivo ad avere un bilancio ambientale in positivo, torna la Rivoluzione verde con le aziende “green”. I giovani i più ecofriendly

Torna la Rivoluzione verde attraverso un modello di impresa agricola “green” con cui i giovani si candidano protagonisti per vincere la sfida dei cambiamenti climatici. Tra le parole d’ordine: riciclo degli scarti agricoli, razionalizzazione dei consumi energetici e coltivazioni a basso impatto ambientale. Si tratta di un modello agricolo innovativo che punta sull’ecosostenibililità come fonte di reddito.

Per esempio: un’alimentazione energetica a pannelli solari, trattori a biodiesel, veicoli elettrici, tecniche colturali rispettose dell’ecosistema e concimazioni a basso impatto, valorizzazione degli scarti agricoli per la produzione di energia da biomasse, ampie superfici dedicate ai boschi, tecniche d’irrigazione volte al risparmio idrico e sistemi di compostaggio. Sono i giovani che si dimostrano più attenti a una condotta eco-friendly. Le cifre parlano chiaro: stando ai dati della Confederazione italiana agricoltori, nel centro Italia quattro aziende su dieci praticano agricoltura multifunzionale, mentre si passa a 5 casi su 10 se si guarda alle attività di aziende giovani. Allo stesso modo, tra gli agricoltori ‘junior’ il 5 per cento pratica un’agricoltura più innovativa, rispetto al 3 per cento di ‘over 40’. Il settore primario è l’unico comparto produttivo a vantare un bilancio ambientale positivo.

La quota del 5,4 per cento con cui l’agricoltura incide positivamente sulle emissioni di gas serra è infatti bilanciata dall’assorbimento del 5,8 per cento degli stessi gas attivato dal comparto forestale. Come se non bastasse il contributo delle emissioni italiane di derivazione agricola è al di sotto della media europea, che è pari al 10,2 per cento per l’Ue a 15. Ma molte le prime questioni da risolvere per garantire la conservazione della biodiversità agricola. A cominciare dal risparmio idrico, reso urgente dal pericolo desertificazione, che interessa ben il 21,3 per cento del territorio italiano e il 41,1 per cento delle regioni centro-meridionali del paese. Proprio per tutelare il futuro della biodiversità i giovani agricoltori della Cia hanno proposto la creazione di una rete nazionale della biodiversità. Vale a dire una banca dati on line che riunisce i semi dei cultivar italiani, concepita per preservare, scambiare e ripiantare le tante specie agricole a rischio di estinzione.

(Nereo Brancusi)

 

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