Energia: sale il costo ambientale del Cloud Computing

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Il cosiddetto cloud computing che dovrebbe aprire ad uno sviluppo sostenibile, ci trasforma in enormi consumatori di energia. Scopriamo il perché

 

 Abbiamo oramai acquisito una certa familiarità nel consumo dei servizi di rete. Le cosiddette “opzioni” offerte dalla conservazione remota di dati ci permettono di connetterci, ricercare, individuare e conservare un volume immenso di dati. La società globalizzata apprezza molto la possibilità di accedere in modo istantaneo e simultaneo 24 ore su 24 a questi server virtuali che colossi come Amazon, Google, Facebook o Apple mettono a disposizione della rete. Ma il vero problema è costituito dal costo ambientale della fornitura di questi servizi. 

Con la crescita esponenziale di reti wireless, cresce la produzione e la vendita di cellulari, tablet e pc portatili a batteria, al pari dell’installazione di antenne non sempre efficienti in termini energetici che hanno l’obiettivo di “servire” gli utenti fino all’ultimo metro. Viene da se che cresca di conseguenza ed in modo abnorme il consumo di energia. Reti e dispositivi wireless mettono così in crisi le tecnologie che avrebbero dovuto invece guidare lo sviluppo sostenibile.

Uno studio dal titolo “The Power of Wireless Cloud” del Laboratorio Bell in collaborazione con l’Università di Melbourne affronta queste problematiche. Il Center of Energy-efficient Telecomunications (CEET) australiano calcola nel suo studio che l’onere in termini di CO2 prodotta nella costruzione e manutenzione delle reti di telefonia mobile abbia trascurato le implicazioni dello sviluppo del “cloud computing”. Si fa riferimento in particolare alle antenne e ai router wireless che forniscono collegamenti con smartphone e tablet. In Centro CEET stima che tra 2012 e 2015 la “nuvola wireless” aggiungerà ai consumi mondiali un ulteriore “appesantimento” pari a 24 megatonnellate di carbonio, l’equivalente di circa 5 milioni di nuove auto in circolazione.

Lo studio condotto da CEET considera che la vera efficienza energetica possa e debba essere raggiunta nel tempo dall’approvvigionamento di energia da fonti esclusivamente rinnovabili. 

Il rapporto CEET dimostra in definitiva che mantenere sempre attiva la connettività mobile globale per gli utenti è attualmente davvero insostenibile. Cellulari, tablet, sistemi hardware e antenne di collegamento alle reti producono ancora un grande consumo di CO2 a causa della funzione standby, piuttosto che evolversi verso un consumo energetico di carattere “attivo” che preservi le emissioni di carbonio nell’atmosfera. (Vincenzo Nizza – fonte:www.ceet.unimelb.edu.au)

 

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