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Lampade fatte di alghe che sono vere e proprie opere d’arte

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Finalmente è stato trovato un modo per mantenere intatta la bellezza essenziale della alghe, anche una volta emerse

Le alghe lavorate diventano un’interessante fibra multiuso ma, fino ad ora, non sono state molto valorizzate perché, una volta tirate fuori dall’oceano, essiccate, lavorate e trasformate in altri prodotti, in genere perdono il loro fascino e diventano prodotti che non mantengono l’essenza naturale della materia prima.

Adesso, però, grazie a Nea Studio ci troviamo di fronte a dei paralume che riescono davvero a dare ai nostri lampadari una forma e uno stile unici. Ogni ombra creata e ogni sagomatura, infatti, sono diverse, proprio grazie alla flessibilità delle alghe – quella stessa caratteristica che, per lungo tempo, ha rappresentato un limite, ora è diventata una qualità. Ed era proprio questa la sfida: trovare un modo di modificare le alghe, senza perdere la composizione della piante e la loro malleabilità.

Nea Studio, che è stato fondato nel 2006 da Nina Edwards Anker (sono infatti le sue iniziali che danno il nome all’azienda), ha sempre mantenuto il suo focus sul design sostenibile, con una serie di progetti che hanno riscosso molto attenzione. Algae Lamps non fa eccezione: queste piante del mare sostituiscono la necessità di rivolgersi a prodotti a base di petrolio, come la plastica, e danno anche ai nostri ambienti uno stile insieme innovativo e naturale.

Più che un semplice paralume sostenibile, infatti, questa lampada è una vera e propria opera d’arte, con la sua forma cilindrica che cattura e distribuisce la luce dal suo interno all’esterno, creando un’atmosfera calda e rilassante nello spazio che illumina. I suoi bordi sono increspati per ricreare il movimento delle alghe nel loro habitat naturale.
C’è anche la possibilità di raggruppare varie lampade, in modo da creare un lampadario che mette insieme una serie di design individuali, per crearne uno personalizzato per la stanza che si è deciso di portare, in qualche modo, sott’acqua.

 

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