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Natalità in declino

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Le proiezioni demografiche dell’ONU sono negative ovunque, tranne che nel continente africano (con qualche «ma»)

Il World Population Prospect 2019 delle Nazioni Unite ha rivisto nuovamente le proiezioni demografiche: l’ONU pensa che nel mondo ci saranno poco più di 9,7 miliardi di persone nel 2050 e poco meno di 10,9 miliardi nel 2100 – il primo dato è di 37 milioni inferiore alle previsioni dell’ONU di due anni fa, il secondo è inferiore di 309 milioni.

Insomma, la crescita sta calando più rapidamente del previsto e le popolazioni si stanno riducendo ovunque, tranne che in Africa (però anche lì stanno rallentando: secondo l’Economist: «Alla fine degli anni ’80 il Kenya aveva un tasso di fertilità di 6,5, il che implicava che una donna poteva aspettarsi di avere così tanti bambini. Due anni fa l’ONU calcolò che il tasso di fertilità del Kenya sarebbe sceso a 2,1 (il punto in cui la popolazione si sostiene naturalmente) solo verso la fine degli anni ’70. Secondo i nuovi dati, ora si pensa che il Kenya raggiungerà quel punto un decennio prima. Anche l’Uganda sembra meno feconda»). Inoltre, le persone, vivono più a lungo, in particolare proprio in Africa, grazie a trattamenti per l’HIV migliorati.

Il fatto che le persone abbiano meno figli e vivano più a lungo significa che la popolazione mondiale sta invecchiando sempre più e questo è un problema davvero molto grande nei nei paesi sviluppati come il Giappone, dove infatti il governo offre incentivi per incoraggiare la nascita di più bambini – un discorso che però non tiene conto delle motivazioni per cui questo accade che hanno a che fare non solo con scelte personali, ma anche con la qualità della vita e le possibilità economiche che a questi bambini si potrebbero offrire.
Quindi avremo sempre meno bambini e sempre più vecchi, con i giovani e i meno giovani che se ne dovranno prendere cura e che quindi faranno meno figli anche per questo.

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natalità, Nazioni Unite

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