Sostenibilità: ma cosa significa?

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Si parla spesso di sostenibilità, ma come si può misurare questo concetto che sembra astratto ai più? Qual è il paese più sostenibile al mondo? E soprattutto come si comporta l’Italia?

 

La sostenibilità è un concetto che riguarda il futuro e la nostra capacità di garantire alle prossime generazioni pari opportunità alle nostre. Ma in che termini si misura effettivamente la sostenibilità di un paese? E quale sarà il paese più sostenibile in futuro?

Per rispondere a queste domande è necessario dare un numero alla sostenibilità e misurare la performance di un paese in termini di sviluppo sostenibile sia nel presente che nel futuro, in funzione – e conseguenza – delle scelte politiche di natura ambientale, sociale ed economica.

Proprio in questa direzione, nel 2009 la FEEM ha costruito e sviluppato l’Indice di Sostenibilità FEEM (FEEM SI), l’unico indice aggregato che consente di analizzare l’effetto di politiche sociali, economiche e ambientali sulla sostenibilità futura dei vari paesi nel mondo. Il FEEM SI, infatti, è un indice costruito per valutare in una sola misura sviluppo economico, sociale e ambientale di un paese e che permette di confrontare la sostenibilità non solo tra paesi ma anche nel tempo.

La nuova classifica della sostenibilità FEEM 2013 verrà presentata a Milano il 12 novembre 2013, nell’ambito di una conferenza internazionale sulle metodologie e gli indicatori per la misurazione dello sviluppo sostenibile e della crescita verde.

Che cosa emerge dalla classifica mondiale della sostenibilità 2013? E come si posiziona l’Italia secondo il FEEM SI 2013?

Secondo i dati FEEM SI aggiornati al 2013, su un totale di oltre 200 paesi organizzati in 40 paesi/macro regioni, la Svezia risulta al primo posto, seguita da Norvegia e Svizzera. I paesi del Nord e Centro Europa sono in generale i più virtuosi, mentre l’Italia si trova al ventesimo posto della classifica, superando in Europa solo Polonia, Spagna, Portogallo e Grecia. Quest’ultima, a causa della forte recessione economica si piazza addirittura dietro la Cina, al trentacinquesimo posto, protagonista negli ultimi anni di una forte crescita economica ma di un altrettanto crescente deterioramento dell’ambiente naturale. In linea generale, i paesi più sostenibili hanno un PIL pro capite maggiore, ma con alcune notevoli eccezioni. Prima fra tutte gli Stati Uniti che si piazzano solo al ventisettesimo posto a causa del loro importante consumo energetico.

Per quanto riguarda l’Italia, il risultato non brillante del nostro paese è dovuto soprattutto alla scarsa performance delle componenti economiche e sociali, largamente al di sotto della media europea, mentre la perfomance ambientale è in linea con il resto d’Europa. A causa della persistente stagnazione economica e dei modesti investimenti in innovazione tecnologica in chiave eco-friendly, da qui al 2030 probabilmente l’Italia non potrà avanzare di molto nella classifica mondiale dello sviluppo sostenibile. Quali potrebbero essere invece le politiche da mettere in atto per migliorare la sostenibilità complessiva del nostro paese? La ricerca FEEM, ad esempio, mostra che i costi legati ad una strategia di riduzione delle emissioni climalteranti verrebbero più che compensati dai benefici ambientali che ne deriverebbero.  Inoltre, maggiori investimenti pubblici in ricerca e sviluppo peserebbero certamente sul debito pubblico ma porterebbero prevedibilmente ad un maggiore vantaggio competitivo nel lungo periodo.

 

Il 12 novembre 2013, i dati completi e aggiornati dell’indice FEEM SI saranno consultabili e disponibili on-line sul sito interattivo del progetto (http://www.feemsi.org) e verranno presentati e discussi da un importante gruppo di esperti internazionali alla conferenza su “metodologie e indicatori per la misurazione dello sviluppo sostenibile e della crescita verde” organizzata a Milano dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, presso la propria sede in corso Magenta 63. 

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