Mangiare squali nonostante i divieti

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Negli Stati Uniti, zuppa di pinne di squalo nei menu di quasi 200 ristoranti

Un recente aggiornamento del database digitale gestito dall’Animal Welfare Institute indica che quasi 200 ristoranti, negli Stati Uniti, offrono nel loro menu zuppa di pinne di squalo e altri prodotti provenienti dal predatore dei mari, nonostante siano stati banditi in oltre 12 stati.

Come è noto, le pinne di squalo vengono commerciate come una prelibatezza, specialmente nelle comunità dell’Asia orientale; rimuoverle è una pratica offensiva, condannata da ambientalisti e attivisti per i diritti degli animali in tutto il mondo.

In testa alla classifica c’è la California, che ha il maggior numero di ristoranti che offrono piatti a base di squalo (ben 59), nonostante un divieto assoluto di detenzione, vendita, commercio o distribuzione di pinne di squalo vigente dal 2013. New York ha approvato un divieto simile nel 2014, ma ha ancora 19 ristoranti che offrono prodotti di squalo, per fare un altro esempio.

Circa 73 milioni di squali vengono uccisi ogni anno solo per raccogliere le loro pinne e, spesso, questa pratica include la cattura degli animali e la rimozione sanguinante delle loro pinne mentre sono ancora vivi. Poi, gli squali vengono rigettati in acqua, dove le loro possibilità di sopravvivenza sono quasi impossibili. Questo metodo, molto diffuso, è ovviamente considerato disumano e crudele, a causa della sofferenza che gli squali sopportano durante e dopo la rimozione delle pinne.

Nonostante siano dei predatori – anzi, proprio per questo – gli squali sono assolutamente essenziali per gli ecosistemi marini sani e, secondo la International Union for the Conservation of Nature, tutte le specie di squali usati in questi piatti sono considerate in pericolo di estinzione tranne una.

 

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