Aidp: serve riforma del lavoro, ecco 8 proposte

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<p>Roma, 30 giu. (Labitalia) – Una propria idea di riforma del lavoro quale contributo al confronto pubblico avviato, con 8 proposte da porre all’attenzione del governo, alle forze politiche di maggioranza e opposizione, al sistema della rappresentanza sociale e all’opinione pubblica. E’ quanto propone l’Aidp, l’associazione dei direttori del personale, secondo cui “siamo in una fase di programmazione del futuro dell’Italia e il capitolo del lavoro è uno dei pilastri su cui fondare una prospettiva di rilancio reale e diffuso del nostro sistema Paese. In queste settimane abbiamo assistito ai lavori degli Stati Generali promossi dal governo Conte, di poco successivi alla presentazione del cosiddetto Piano Colao”. </p>
<p>”Il capitolo del lavoro merita interventi e misure di rafforzamento fondamentali. Questa fase di progettazione del nostro futuro è un’occasione da cogliere per definire solide infrastrutture di sistema indispensabili per una ripresa strutturale e duratore del nostro Paese. Stiamo prendendo decisioni che condizioneranno, nel bene e nel male, il futuro dei nostri figli”, spiega Isabella Covili Faggioli, presidente Aidp.</p>
<p>”In un progetto di futuro del Paese il tema centrale del lavoro è dirimente e merita di essere sviluppato senza remore. Ripensare il lavoro in tutti i sui risvolti è decisivo e l’Aidp è pronta a svolgere il proprio ruolo portando l’esperienza, le idee e la visione di migliaia di direttori delle risorse umane. Abbiamo avanzato delle proposte sulle quali siamo pronti a confrontarci con chiunque. Aggiungo, visto che ricorre proprio quest’anno il cinquantesimo dello Statuto dei Lavoratori, questa è un’altra riforma a cui è necessario porre mano”, continua Covili Faggioli.</p>
<p>Ecco le 8 proposte dell’Aidp per il futuro del lavoro: creare un’unicaforma di Cassa integrazione universale che vada a sostituire quelle attuali e una reale semplificazione per le procedure di accesso: uno strumento rivolto a tutti i lavoratori e i settori, nessuno escluso; abolizione definitiva dell’Irap, anche attraverso la sperimentazione di meccanismi innovativi, e riduzione progressiva del cuneo fiscale, a partire dai contratti di lavoro dei giovani under 35; deducibilità con credito fiscale per gli investimenti in formazione, sia aziendali che individuali, e possibilità di detrazione fiscale per gli investimenti in formazione professionale; totale decontribuzione per la formazione in ottica industria e servizi 4.0.</p>
<p>E ancora, spiegano dall’Aidp: “proponiamo l’attivazione di un sistema misto pubblico-privato di politiche attive che coinvolga i centri per l’impiego e le agenzie per il lavoro basato sul merito, premiante, e che abbiano come fine ultimo la reale collocazione o ricollocazione di tutte le persone in cerca di lavoro; proficua connessione tra politiche passive e politiche attive; rafforzare e aumentare le ore dedicata ai percorsi di alternanza; monitoraggio sui percorsi già avviati e valutazione sui reali impatti allo scopo di migliorare costantemente le attività e le finalità”. Secondo Aidp “serve un sistema equilibrato che sappia coniugare le esigenze delle imprese con quelle dei lavoratori. A tal fine riproponiamo l’abolizione della causali per i contratti a termine e in somministrazione aumentandone la durata fino a 36 mesi; sviluppare una logica di work-life balance; reintrodurre i voucher lavoro per la regolarizzazione di centinaia di migliaia di “lavoretti” che oggi continuano a svolgersi nell’ambito del lavoro nero”. </p>
<p>E poi “incentivi permanenti alle assunzioni con contratti stabili e a tempo indeterminato; introdurre incentivi significativi per favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro della durata almeno triennale e premiare le aziende che applicano i contratti a tempo indeterminato”. Sul futuro delle pensioni Aidp propone la “riforma della tassazione sui fondi pensione integrativi attraverso un forte incentivo alla deducibilità. Avviare una riflessione sull’opportunità di rendere obbligatoria l’adesione ai fondi pensioni integrativi per i dipendenti e i parasubordinati”. </p>

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