Vaticano: il pasticciaccio del palazzo di Chelsea/Scheda (3)

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(AdnKronos) – Le quote del fondo sottoscritto dalla Segreteria di Stato al 30 settembre 2018 avevano già perso 18 mln di euro rispetto al valore dell’investimento iniziale. Ma la perdita per le finanze vaticane sarebbe ben più consistente. Oltre ai 18 mln persi per il deprezzamento delle quote del fondo, la Santa Sede ha infatti versato a Mincione altri 40 mln di euro, al fine di acquisire una buona volta l’intera proprietà del palazzo.

Neanche questa transazione, peraltro oggetto di speciale attenzione da parte degli inquirenti vista la grande sproporzione tra il valore dell’immobile (gravato da un mutuo oneroso) e il prezzo corrisposto, ha risolto la questione. Nell’ambito della transazione, dalla struttura complessa, il finanziere Gianluigi Torzi, subentrato per consentire alla Santa Sede di acquisire la proprietà del palazzo, aveva conservato un pacchetto di azioni con diritto di voto di una società anonima, la Gutt Sa, coinvolta nel passaggio di mano.

La Gutt ha cessato ogni attività il 5 settembre 2019 ed è stata radiata dal Registro delle Imprese lussemburghese, dopo lo scioglimento della società per volontà dell’azionista unico. Alla fine, il Vaticano ha dovuto sborsare altri 15 mln di euro per acquisire la proprietà dell’immobile, ora in mano alla 60 Sa Ltd, iscritta alla Companies House nel marzo 2019 con una sterlina di capitale iniziale e la Segreteria di Stato come unico azionista. In tutto, secondo le accuse, la Santa Sede ha sborsato oltre 350 mln di euro per un palazzo che la Time and Life di Raffaele Mincione aveva acquisito, nel 2012, per 129 mln di sterline.

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