Terrorismo: fratello Campagna, ‘Bergamin? In debito per sempre, Andrea da 40 anni nella tomba’

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Milano, 29 giu.(Adnkronos) – “Siamo in un Paese dove c’è uno Stato di diritto; qui gli è stata data quella pena, finché non la scontano, resteranno sempre in debito con l’Italia e soprattutto con gli italiani”. Così Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente di pubblica sicurezza in servizio alla Digos di Milano, ucciso il 19 aprile 1979 in un attentato in seguito rivendicato dal gruppo dei Proletari armati per il comunismo, interpellato al telefono dall’Adnkronos dopo la notizia che la Corte d’appello di Parigi ha negato le richieste di estradizione per i dieci ex terroristi di estrema sinistra italiani rifugiati in Francia, tra i quali Luigi Bergamin, condannato per concorso morale anche nell’omicidio Campagna (pena prescritta nel 2008).

“La ‘dottrina Mitterrand’ purtroppo ha fatto un mucchio di danni -commenta amareggiato Campagna- in questo modo, hanno potuto godere di uno ‘scudo’ di protezione persone che nella maggior parte dei casi hanno ucciso; ora si dirà che ormai sono passati tanti anni e sarebbe meglio metterci una pietra sopra. Ma se dovesse passare questa tesi, allora dovrebbe passare anche per i mafiosi, i nazisti”. Ma “io credo che quando si tratta di una uccisione, soprattutto di questo tipo di uccisione, la condanna non dovrebbe mai andare in prescrizione, specie se il Paese che ha emesso la condanna è un Paese con tradizioni di democrazia”.

Del resto, aggiunge, “li chiamano ‘ex’ terroristi, ma per quanto mi riguarda erano, sono e resteranno per sempre terroristi”. Anche se “in loro difesa si sono sempre mosse parecchie persone, anche importanti, come è avvenuto con Cesare Battisti; molti hanno detto addirittura di ritenerlo innocente perché erano altri tempi. Ora poi dicono che è cambiato, è un altro uomo, sta facendo un’altra vita, un altro percorso. Certo, lui ha avuto la possibilità di fare la bella vita per 40 anni, mentre mio fratello è 40 anni che è dentro una tomba. Ecco perché secondo me un assassinio non dovrebbe mai andare in prescrizione”.

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