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Telemedicina a servizio delle Car-T, al via la piattaforma WelCare

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Roma, 26 mag.(Adnkronos Salute) – Aiutare i medici nella gestione delle nuove terapie contro i tumori, le Car-T. E permettere così ai pazienti di usufruire, in modo organizzato e corretto, di queste cure innovative. E’ la promessa di una soluzione digitale, una piattaforma che consente ai camici bianchi di scambiarsi informazioni sui pazienti potenzialmente candidabili alla terapia, di seguirne lo screening e, dopo l’infusione della terapia, il follow up. Il progetto si chiama WelCare ed è stato presentato in occasione della Digital Week di Milano, in corso fino al 30 maggio. Si tratta di un vero e proprio ‘ambulatorio virtuale’ che poggia sulla piattaforma digitale sviluppata da Novartis, azienda impegnata nello sviluppo delle terapie Car-T, insieme alla start up milanese ‘Soluzioni salute informatica’.

Per i pazienti colpiti da linfoma a grandi cellule B o da leucemia linfoblastica acuta, in entrambi i casi resistenti ad altri trattamenti, la terapia Car-T rappresenta una possibilità concreta di cura: circa il 40% dei pazienti con linfoma ha delle risposte durature nel tempo, mentre per la leucemia linfoblastica acuta del bambino e del giovane adulto le risposte durature sono nell’ordine del 60-65%. La Car- T, si basa sull’ingegnerizzazione dei linfociti T del paziente in modo che possano riconoscere e combattere le cellule cancerose: la terapia ‘arma’, in pratica, il sistema immunitario del paziente.

“Si tratta di una terapia complessa – spiega Armando Santoro, direttore del Cancer Center di Humanitas Clinical and Research Center di Milano – che per essere somministrata ha bisogno di un’équipe multidisciplinare. L’ematologo da solo non basta, c’è bisogno di chi si occupa della raccolta delle cellule, di neurologi, rianimatori e infettivologi per la gestione degli eventuali eventi collaterali. Car-T è una terapia diversa da quelle finora a disposizione e deve essere quindi affrontata in modo nuovo per evitare ai nostri pazienti qualunque tipo di rischio e dare loro la possibilità di accedere al miglior trattamento possibile”.

La piattaforma WelCare è uno strumento digitale che in prospettiva coniugherà sistemi di telemedicina e intelligenza artificiale, consentendo ai clinici di poter affrontare in maniera più fluida la complessità legata a questa terapia, grazie, innanzitutto, al network che consente la comunicazione tra loro nelle diverse fasi del trattamento Car-T, ma anche grazie all’accesso ai dati contenuti nel database – resi anonimi e strutturati – per fare ricerca e migliorare quindi la pratica clinica. Un progetto che assume una rilevanza ancora maggiore in questo particolare momento storico in cui il Covid-19 obbliga a ripensare le modalità di gestione del paziente oncologico.

“L’emergenza attuale che stiamo vivendo ci ha fatto comprendere quanto sia cruciale il ruolo della tecnologia digitale e quanto in futuro non potremmo più farne a meno di strumenti all’avanguardia come questo”, afferma Fabio Ciceri, direttore di ematologia e trapianto del midollo osseo e vice-direttore scientifico Irccs San Raffaele di Milano. La piattaforma, spiegano gli esperti, soddisfa due necessità importanti nella presa in carico e cura di un paziente sottoposto a terapia Car-T: da una parte migliora l’accesso alle terapie anche di chi non si trova vicino a un centro autorizzato alla loro erogazione, dall’altra aiuta i pazienti a rimanere in contatto ed essere seguiti dal centro presso il quale è stata somministrata la terapia.

WelCare, inoltre, consente la comunicazione fra medici, secondo lo schema hub e spoke. I centri hub sono quelli specializzati, che applicano la terapia Car-T, gli spoke quelli che non hanno ancora soddisfatto i criteri necessari per fornirla ma che, grazie a questo canale di comunicazione strutturato e protetto, possono riferire i loro pazienti agli specialisti dell’hub per discutere insieme se la terapia può essere consigliata e poi seguirli nel follow up grazie alle informazioni condivise con la piattaforma. Appena attivata in tre centri hub – Istituto Nazionale Tumori, Humanitas, San Raffaele – e in circa 15 centri spoke che la testeranno, a partire da settembre la piattaforma potrà essere accessibile per tutti gli altri centri sul territorio nazionale.

Chi è potenzialmente candidato alle terapie Car-T è un paziente di particolare fragilità al quale va evitato il più possibile ogni rischio di infezione dal nuovo coronavirus. La piattaforma ha quindi particolare utilità di fronte all’emergenza. Il paziente, infatti, continua ad essere seguito vicino a casa, mentre i suoi dati viaggiano sulla rete per essere a disposizione per la valutazione e definizione del percorso di cura con i medici dei centri specializzati. Il follow up successivo all’infusione può essere svolto dal centro vicino al paziente, sempre grazie alla collaborazione, favorita dalla piattaforma, con il centro che fornisce il trattamento.

Le Car T rappresentano una grande opportunità di cura, spiega Paolo Corradini, direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano, “tuttavia in questo periodo storico di potenziale crisi economica, che coinvolge inevitabilmente l’ambito della sanità pubblica, è importante che enti regolatori e tutti noi collaboriamo per ottimizzare i percorsi diagnostico terapeutici, per garantire accesso all’innovazione per i pazienti e ottimizzazione delle risorse. In questo il digitale potrebbe rappresentare una opportunità ma solo se avremo un approccio che tenga conto di una gestione integrata delle varie patologie, compreso Covid-19.”

“Novartis – aggiunge Luigi Boano, general manager di Novartis Oncology – è da sempre impegnata nella ricerca di soluzioni innovative per rispondere alle esigenze dei pazienti non solo attraverso la produzione di farmaci innovativi, ma anche attraverso l’implementazione di servizi di alto valore, come questa piattaforma. Si tratta, infatti, di un’iniziativa concreta che va ‘oltre la terapia’ e consente di andare maggiormente incontro alle esigenze mediche di pazienti e clinici rendendo accessibile un’innovazione terapeutica così importante come Car-T, a coloro che possono usufruirne”.

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