**Pci: Zingaretti, ‘partito fondatore della Repubblica’** (2)

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(Adnkronos) – Il segretario dem, nel lungo intervento, tra l’altro sottolinea: “Non avevamo in testa le vicende sovietiche, piuttosto c’eravamo formati nel Movimento per la Pace e raccoglievamo le firme contro i carri armati sovietici in Afghanistan. Né tanto meno libri di Marx, di Lenin o persino di Togliatti. Non avevamo in testa particolari ideologie o miti da consacrare. Piuttosto sentivamo quella comunità di giovani comunisti, dentro al Pci, come il canale migliore per esprimere le nostre inquietudini, gli aneliti dell’anima, le disordinate spinte adolescenziali, già chiare nelle loro fondamentali discriminanti”.

“Per non accettare il mondo così com’è. Rinunciando a quell’utopia di fuoriuscire dalla nostra società, dovevamo, però, migliorarla con più decisione. Riformare il capitalismo, renderlo più umano, controbilanciare con la politica i suoi istinti animali -si legge ancora-. E poi, dopo la fine dei partiti di massa, costruirne di nuovi capaci di rappresentare quei canali di scorrimento tra l’alto e il basso che erano stati garantiti dal partito comunista, dalla Dc, dal partito socialista, dall’azionismo laico nei trent’anni gloriosi della democrazia italiana”.

“Abbiamo fatto tanto. Ma non siamo stati all’altezza di tutti i compiti che ci attendevano. È il tema dell’oggi. Di come riprendere in mano questo lavoro con un pensiero moderno, riformatore, profondamente umano che cambia l’esistente”, è la conclusione di Zingaretti.

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