**Olimpiadi: Cipressa risponde a Di Francisca, ‘voltafaccia disgustoso’** (2)

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(Adnkronos) – “Se un uomo fa del suo meglio, cosa si può volere di più?. Succede che, anche quando hai lavorato sodo e curato ogni dettaglio, le cose non vadano come avevi sognato. Chi gareggia per vincere sa che la sconfitta è parte del gioco. Anche la più cocente. Vivo di sport e per lo sport e questo mi ha fatto sperimentare sempre emozioni incredibili: da vittorie straordinarie (le ricordate ancora?) che nutrono l’anima a pesanti delusioni dalle quali credi di non poterti più riprendere. Invece ci si riprende eccome e lo dico perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Fa male e brucia ma, nel calendario della mia mente le più crudeli cadute sono tuttora dei punti cardine della mia crescita come uomo di sport e come persona”, ha proseguito il ct della scherma italiana.

“Quando pensi a un campione o a una persona di successo, generalmente pensi alle sue medaglie, alle sue vittorie epiche, ma difficilmente pensi alle sconfitte e alle delusioni o alle volte in cui si è sentito sopraffatto e ha pensato magari di mollare. Cadere è il rischio dell’imparare a camminare. È importante mantenere la fiducia e riprovare. Ho sempre pensato che la sconfitta in una gara, pur dolorosa, non è una sconfitta nella vita. A prescindere dall’entità della sconfitta non si perde il proprio valore, questo lo dico a tutti quelli che mi attaccano personalmente perché le loro aspettative non sono state del tutto soddisfatte”, ha concluso Cipressa.

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