**Milano: Zecchi, ‘My Inner Beast statua brutta e fallita, non va esposta’**

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Milano 16 ago. (Adnkronos) – “La statua è veramente brutta, inquietante e senza nessuna energia estetica”. Lo dichiara all’Adnkronos il filosofo Stefano Zecchi, ex assessore alla Cultura di Milano, a proposito dell’opera contro il razzismo “My Inner Beast”, realizzata dallo scultore Jens Galschiot e donata a Milano e ad altre 19 città europee nel novembre del 1993. Il destino delle venti “bestie” fu diverso: alcune andarono distrutte, altre finirono nei musei, altre ancora rimasero esposte nelle piazze. A Milano la statua rimase per 10 anni in un deposito comunale, prima che l’imprenditore Gianni Conti l’acquistasse per esporla nel suo giardino di Cormano (Mi). Oggi l’opera è in vendita su Subito e l’auspicio dell’artista e di Conti è che sia proprio il Comune di Milano o un museo della città a comprarla ed esporla.

“Una riflessione sul razzismo e sulla violenza è più che corretta, ma è pretestuoso ed esteticamente inaccettabile mettere questo cappello sopra l’opera”, osserva Zecchi, molto critico nei confronti di “My Inner Beast”: “È l’opera che deve parlare, non l’artista che deve dire che cos’è. Se è costretto a farlo, significa che l’aspetto artistico è fallito. E a me pare che quest’opera – per quelle che erano le intenzioni dell’artista – sia un’opera fallita”.

Per questo motivo – secondo Zecchi – “chi l’aveva messa a quei tempi in un magazzino comunale, probabilmente Philippe Daverio, che era assessore alla Cultura della giunta Formentini, ha fatto bene a non esporla”. E nemmeno oggi secondo il filosofo è necessario ritirarla fuori: “C’è veramente un’anarchia statuaria della città, dove c’è tutto e il contrario di tutto, dove ci sono opere di rilievo e delle porcherie solenni. Quest’opera andrebbe ancora una volta a creare un disordine estetico di cui la città non ha proprio bisogno”.

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