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Libro Di Battista: ‘Draghi a Bce grazie agli americani, non a Berlusconi’

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Roma, 13 mag. (Adnkronos) – “Draghi divenne, nel novembre del 2011, presidente della Banca centrale europea. La storiella che sia stato Berlusconi a raccomandarlo è, per l’appunto, una storiella. La verità è che sono stati gli americani a spingere Draghi alla presidenza della BCE. Può sembrare assurdo ma è così”. Così Alessandro Di Battista, nel suo nuovo libro ‘Contro’, edito da PaperFirst e in uscita domani, letto dall’Adnkronos in anteprima.

“Draghi, negli anni d’oro in Goldman Sachs, ha tessuto una rete di relazioni importanti. Relazioni che gli consentirono anche di entrare nel Gruppo dei Trenta, un’organizzazione internazionale di finanzieri, estremamente influente, fondata, nel 1978 su impulso della Fondazione Rockefeller. Del Group of Thirty fanno parte, oltre a Draghi, Jean-Claude Trichet, suo predecessore alla guida della Bce e Timothy Geithner, segretario al Tesoro Usa durante il primo mandato di Obama. È stato anche Geithner a sostenere la candidatura di Draghi alla Bce. Il fatto che vi sia un legame così stretto tra Draghi e gli americani è – per l’ex deputato M5S – un particolare da non sottovalutare”.

“Il suo primo atto da presidente della Bce, sebbene ancora in pectore, fu la firma della lettera (cui abbiamo già accennato) inviata da lui e Trichet al governo italiano il 5 agosto del 2011. Fu – per Di Battista – un atto politico. Fu il tentativo, peraltro riuscito, di rimuovere un governo, quello Berlusconi, sgradito all’establishment europeo. Il fatto che personalmente detestassi quel governo fa poca differenza”.

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