Libano: per l’Italia un business in crisi, in 2020 scambi dimezzati/scheda

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Milano, 5 ago. (Adnkronos) – Le esplosioni che hanno devastato la capitale del Libano, Beirut, daranno il colpo di grazia a un Paese già economicamente fragile. A marzo, il Governo aveva comunicato per la prima volta nella sua storia che non avrebbe onorato il pagamento di 1,2 miliardi di dollari di eurobond in scadenza, facendo default, ma i negoziati con il Fondo monetario internazionale per ottenere 10 miliardi di dollari di prestiti per sostenere il piano di salvataggio economico preparato dal Governo sono ancora in stallo. L’espolosione ha colpito il porto di Beirut, infrastruttura fondamentale per un Paese come il Libano, particolarmente dipendente dalle importazioni.

L’Italia, ad esempio, è uno dei suoi principali fornitori, insieme a Russia e Francia: nel 2019 l’export italiano verso il Paese mediorientale è stato pari a oltre 1,17 mld su un interscambio totale tra i due Paesi di poco più che 1,2 mld, in calo del 15% rispetto al 2018. La situazione è peggiorata nei primi mesi del 2020, dove si sono registrati gli effetti della crisi economica sugli interscambi. Quelli tra Libano e Italia nel primo trimestre del 2020 sono stati pari a 157 milioni, in calo del 44 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ovvero quasi dimezzati.

La prima regione per interscambi, secondo un’elaborazione di Promos Italia su dati Istat, è la Sicilia con 56 milioni di scambi; seconda la Lombardia con 28 milioni e terza il Veneto con 20 milioni. Il grosso degli scambi con il Libano, che fino al 2019 aveva la Sardegna e Cagliari come principale fornitore, riguardano petrolio e prodotti raffinati. Nel 2019 erano stati pari a 489 milioni di export, da solo il 41 per cento di tutti gli scambi dell’anno.

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