**Foibe: Antonio Pennacchi, ‘è ora di riscrivere un patto di unità nazionale’** (2)

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(Adnkronos) – Per Penacchi, “un crimine non ne giustifica mai un altro. Però, in termini storici, lo spiega. Non dobbiamo dimenticare che le foibe furono il retaggio della guerra, fu un grande dolore. Il giudizio storico è che fu l’esito di una guerra terribile ma non dobbiamo dimenticare che dietro c’era l’intolleranza fascista che dichiarò la guerra e che poi la perse. Non va dimenticato che i criminali iugoslavi non vennero consegnati alla giustizia italiana perché noi ci rifiutammo di consegnare alla Iugoslavia i criminali italiani”. A questo proposito lo scrittore, ricorda che dal “1941 al 1943 ci fu pure pulizia etnica che facemmo noi in Slovenia, il generale Roatta in primis, e dietro c’erano anche le oppressioni e le discriminazioni che facemmo noi”. Pennacchi evidenzia, sempre in questa prospettiva, “le oppressioni che facemmo noi nei confronti degli sloveni nel cosiddetto fascismo di confine. Imponemmo l’italianizzazione dei cognomi, avevamo imposto ai preti di predicare in lingua italiana e non in lingua croata e slovena”.

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