Covid: Draghi, ‘riaperture sì ma con la testa’, pressing su Ue per green pass/Adnkronos (4)

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(Adnkronos) – Ma la questione è molto più complicata di quel che appare. “Prima di tutto il fatto di liberalizzare il brevetto, sia pur temporaneamente, non garantisce la produzione dei vaccini. La produzione di questi vaccini è molto complessa: richiede tecnologia, specializzazione, organizzazione. Secondo: questa produzione deve essere sicura. La liberalizzazione dei brevetti non garantisce questa sicurezza”.

Per questo, per Draghi, “prima di arrivare alla liberalizzazione dei vaccini bisognerebbe fare altre cose più semplici tipo, per esempio, rimuovere il blocco alle esportazioni che oggi gli Stati Uniti, per primi, e il Regno Unito continuano a mantenere. Tenete presente che l’Unione Europea – sono dati di oggi – esporta tanto quanto ha dato ai suoi cittadini, cioè il 50% della produzione dell’Unione è andato al Canada, agli Stati Uniti, al Regno Unito, a mercati che – il Canada non credo – hanno il blocco alle esportazioni. Quindi questa direi che è la prima cosa che bisogna fare”.

“La seconda è accelerare la produzione” attraverso “il trasferimento tecnologico, attraverso l’individuazione di nuovi siti. Noi stiamo facendo tutto questo. Resta il problema che questo va fatto nei Paesi e verso i Paesi i cui abitanti stanno morendo perché non hanno accesso ai vaccini e non hanno denaro. Ci sono vari programmi – se pensate al Covax – di aiuto finanziario a questi Paesi, ma sono a un livello assolutamente insufficienti. Quindi il vantaggio, il merito di questa proposta, è aver aperto una porta. E mi pare che su questo il Consiglio Europeo sia abbastanza unanime. Questa è una porta aperta, vediamo che cosa significa, poi lo considereremo e decideremo. C’è ovviamente chi protegge di più la “sacralità” del brevetto e c’è chi invece è più aperto su questo, ma di più non c’è. C’è semplicemente il consenso sull’andare avanti”.

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