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Berlusconi in silenzio punta agli indecisi

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Roma, 23 set. (Adnkronos) – Fa sempre più rumore il silenzio di Silvio Berlusconi dopo il flop in Campania e il deludente risultato di Fi in quasi tutte le altre Regioni. In isolamento domiciliare ad Arcore causa Covid, il Cav preferisce non commentare i numeri che riguardano il suo partito, precipitato al 5-6 per cento in media, con picchi del 3% al Nord. Ma achi ha avuto modo di sentirlo in questi giorni, avrebbe lamentato soprattutto un difetto di comunicazione in una campagna elettorale post lockdown segnata dalla sua assenza per la positività al virus. L’umore non è certo dei migliori per non parlare da oltre 48 ore: mi aspettavo molto di più, avrebbe detto a mezza bocca, convinto che la sua creatura politica va rilanciata, soprattutto sul territorio.

Da qui, apprende l’Adnkronos, il rammarico di non aver potuto metterci la faccia come avrebbe voluto e il monito: dobbiamo tornare a comunicare in maniera forte e incisiva i nostri messaggi per far capire ai tanti indecisi e delusi dalla politica, che siamo l’unica forza moderata, europeista, liberale e garantista, della coalizione. Numeri alla mano, raccontano, Berlusconi avrebbe preso atto della vittoria dei governatori, usciti rafforzati dal Covid, che li ha resi molto visibili e in grado di offrire certezze alla gente. Secondo questa analisi, quando si tornerà a votare i consensi conquistati da Zaia Toti e De Luca torneranno a quei partiti che li sapranno cogliere. Per Berlusconi, Fi resta l’unico partito, con il suo volto moderato ed spiccatamente europeista, capace di rendere credibile in Europa questo centrodestra a trazione sovranista. Di fatto, il leader azzurro, avrebbe invitato i suoi a smarcarsi da Lega e Fdi sui temi di principale attualità e più sensibili per l’opinione pubblica, come è accaduto sul Mes. Dobbiamo essere fattore di crescita all’interno della coalizione di centrodestra e la nostra sfida è l’Europa, sarebbe stata la sua raccomandazione, riferendosi in particolare alla battaglia per i fondi del Recovery Fund.

Rimarcare le differenze dagli alleati, insomma, porta consensi. Senza però, sia chiaro, sbandamenti a sinistra. Per Berlusconi, infatti, riferiscono, il perimetro resta quello del centrodestra, ma Forza Italia deve cambiare registro e verbo. Da qui il rammarico di non aver potuto fare una campagna elettorale in prima persona, soprattutto di presenza, per intenderci. Un big azzurro giura di avergli sentito dire queste parole: ah, se ci fossi stato io… Secondo l’ex premier, il centrodestra si conferma maggioranza naturale del Paese, ma sulla coalizione ha pesato il calo di Fi.

Tant’è che molti voti azzurri, quelli moderati per lo più, sono stati dispersi. “Alcuni sono andati al Pd, altri li ha presi Fdi,tanti hanno accresciuto il partito degli astenuti”, dice un esponente di spicco forzista. Il vuoto lasciato dal partito, insomma, rappresenta una carenza che alla fine si riflette anche sul centrodestra, è l’analisi di molti azzurri in queste ore. Ecco perché torna la ‘voglia di centro’ e tutti, big e peones chiedono di rinforzare il centro del centrodestra per cercare di dare quella spallata al governo Conte, fallita lunedì scorso. “Ora bisogna capire come rimotivare le persone, specialmente quel 40% di indecisi, ad andare a votare, partendo dai contenuti”, è il refrain dalle parti di Palazzo Grazioli.

L’unico dato confortante per Berlusconi è il circa 10% in Puglia, dove però il centrodestra con l’ex Raffaele Fitto ha perso contro Michele Emiliano, e il 6% registrato nella roccaforte rossa delle Marche anche se pure qui ha vinto un candidato dell’alleato Fdi. L’ex premier, raccontano, ieri ha chiamato i tre governatori eletti del centrodestra, Acquaroli, Toti e Zaia.

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