covid19 in america

Senza filtri: cosa sta succedendo con il COVID19 negli USA

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Qual è la situazione del COVID19 in America raccontata dal nostro corrispondente Marcello Sasso, esperto di ricerche e analisi di mercato

In questi mesi di pandemia ho spesso ricevuto messaggi e telefonate dall’Italia di amici e parenti che mi dicevano: “Ho visto che in America siete messi male.” Io ho sempre risposto: “Diciamo che è vero, ma anche no.”

È bene, infatti, fare una piccola premessa per spiegare come funziona il sistema americano.

Innanzitutto, è doveroso ricordare che gli Stati Uniti sono una repubblica federale, vale a dire che ogni stato ha il suo governatore, proprie leggi e proprie disposizioni in materia sanitaria e di pubblica sicurezza. Ordini, disposizioni e leggi statali possono essere superate da quelli federali, ossia da parte di ordini del presidente degli Stati Uniti, del NIH (Istituto nazionale per le allergie e malattie infettive) e dei CDC (Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie). Non sempre le direttive dei singoli stati sono state in linea con quelle federali, e, in alcuni casi, perfino il presidente Donald Trump e Anthony Fauci, direttore del NIH, si sono trovati in disaccordo.

Fatta questa premessa, bisogna dire che ogni stato ha quindi affrontato la crisi con metodi e disposizioni diverse, a seconda sia della gravità che delle proprie convinzioni.

In principio la diffusione del virus era maggiormente legata alle relazioni dei singoli stati con stati esteri colpiti dal virus.

Abbiamo, dunque, visto un boom di contagi negli stati di New York, Washington e California, dove i contagi in aprile erano anche fino a 10 volte superiori rispetto agli altri stati dell’unione. A conferma della relazione tra il numero di casi e le relazioni con paesi esteri, c’è il fatto che i ceppi isolati sulla costa est erano assimilabili a quelli europei, mentre quelli isolati sulla costa ovest erano assimilabili a quelli asiatici.

Io vivo in Ohio, e fino a qualche giorno fa mi consideravo fortunato, perché il Governatore ed il direttore sanitario avevano pianificato il piano d’azione con largo anticipo. A 5 casi hanno chiuso le scuole, a 15 ci hanno messo in lockdown. Così mentre lo stato di New York combatteva contro migliaia di casi al giorno, noi crescevamo di poche decine.

Ma non tutti gli stati hanno agito con cosi tanto zelo. Diversi stati hanno deciso un approccio molto più soft, causando una crescita dei contagi, all’interno dei propri confini, molto più intensa rispetto agli altri stati.

Oggi la situazione è molto cambiata.

Dopo più di due mesi di lockdown, dove nella maggior parte dei casi era vietato lo spostamento tra stati, si è deciso di far ripartire l’economia, che in molti stati è basata sul turismo.

È qui che sono cambiate le regole. Non ci si affida più alle direttive sanitarie e gli ordini dei governatori, ma al buon senso dei cittadini. Levando le restrizioni, molti giovani hanno smesso di indossare le mascherine e sono ritornati ad uno stile di vita “pre-Covid”, ivi inclusi serate mondane e viaggi vacanza.

È così che la Florida, l’Arizona, il Texas ed altri stati sono diventati di nuovo destinazioni ambite per le vacanze, ovviamente anche per i turisti provenienti da quegli stati caratterizzati da un approccio soft, nei confronti della pandemia, e dal numero di contagi alto.

Il risultato è stato che la Florida è passata da poche centinaia a circa diecimila nuovi contagi giornalieri nel giro di due settimane, diventando il nuovo hot-spot degli USA.

Di conseguenza, anche l’Ohio, stato virtuoso preso ad esempio in tutto il mondo per il suo zelo, oggi comincia a vedere i suoi numeri diventare preoccupanti, crescendo da circa 300 casi giornalieri a 1000 circa nel giro di 5 giorni. La cronaca locale riporta ad esempio, in questi giorni, di un gruppo di circa 90 teenagers dell’Ohio andati in Florida per festeggiare il conseguimento del diploma di scuola superiore ed una volta tornati a casa, in 15 sono risultati positivi. Succede, dunque, che turisti positivi al virus si recano nelle località turistiche, contagiando altri turisti provenienti dagli stati virtuosi, che ritornando a casa rilanciano il contagio nel proprio stato, una volta virtuoso.

C’è da chiedersi, ma se le scuole erano chiuse e nemmeno le cerimonie di consegna dei diplomi hanno potuto aver luogo a causa del distanziamento sociale, perché i giovani decidono di andare in vacanza tutti insieme che è esattamente l’opposto?

Beh, si sa che quando si è giovani ci si sente invincibili, ma forse un altro filo conduttore può essere identificato.

L’America, come è noto, è un paese capitalista, dove l’economia è il motore principale del funzionamento di questa nazione.

Molti politici e governanti si sono trovati davanti ad una scelta: dare priorità alla salute delle persone oppure alla loro economia e sussistenza? Questo è di sicuro un dilemma che tutte le nazioni nel mondo hanno affrontato e/o stanno affrontando.

Essendo gli Stati Uniti un’aggregazione di 52 stati, a cui si aggiungono le varie istituzioni federali, l’intero paese ha vissuto, e vive ancora, una frammentazione di idee che causa una confusione nel cittadino nell’identificare quale sia l’indirizzo migliore.

Contemporaneamente, bisogna ricordare che in autunno ci saranno le elezioni per il presidente della repubblica, ed è durante questi mesi di rally che si conquistano simpatie e voti, e di conseguenza i media, vicino ad un partito o ad un altro, tendono a polarizzare la comunicazione verso le linee generali del partito per cui parteggiano, demonizzando le linee guida di quello avversario.

Questo potrebbe aver portato ad una politicizzazione delle raccomandazioni sanitarie da parte dei cittadini, dove si è portati a pensare che se indossi la mascherina è perché’ simpatizzi per un partito, oppure se compri online e non aiuti l’economia locale, evitando di frequentare ristoranti e di comprare press negozi locali, simpatizzi per l’altro.

In questa polarizzazione i media giocano un ruolo fondamentale.

Demonizzando e screditando le raccomandazioni del partito avverso, soprattutto se uno propende maggiormente per la tutela della salute mentre l’altro propende per la tutela dell’economia, si sta causano una mancanza di fiducia da parte dei cittadini nei confronti dei media stessi e nelle notizie che riportano.

I cittadini non sanno più a chi o a cosa credere, e, nell’indecisione, decidono di non credere a nessuno e di tornare alla loro vita “pre-Covid”.

Nel frattempo, l’unica certezza è che il numero di contagi ha ricominciato a correre in quasi tutta la nazione, facendo scendere l’età media dei contagiati a 20-49 anni, e mentre cerchiamo di capire quale media, politico o partito abbia ragione o dica cose più sensate, l’unico a godersela è un piccolo micro organismo che ha deciso di andarsene in giro per il mondo.

Marcello Sasso
Vice President – Aimpoint Research

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