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Uova stampate in 3D contro l’estinzione delle specie

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Un’invenzione che potrebbe cambiare radicalmente il modo con cui gli ambientalisti monitorano le specie in pericolo

Gli ambientalisti sono sempre alla ricerca di nuovi metodi per monitorare le specie in via d’estinzione, nella consapevolezza che meno invasiva è la metodologia adottata e migliore è il monitoraggio. Nel tempo, per conoscere le abitudini e controllare la situazione di vita delle popolazioni della fauna selvatica, sono state usate fotocamere nascoste e droni, ma non si era mai arrivati a ideare un dispositivo come quello appena messo a punto da un gruppo di scienziati dell’International Centre for Birds of Prey (ICBP), grazie alla collaborazione della società Microduino.

Gli esperti si sono avvicinati a concepire questa soluzione mentre lavoravano su un programma di riproduzione dell’avvoltoio in cattività. Gli esemplari di questa specie, in particolare in Africa, rischiano l’estinzione a causa di un veleno usato sul bestiame per eliminare i predatori come i leoni – quando gli avvoltoi si nutrono delle carcasse di questi leoni, muoiono a causa dello stesso veleno che ha portato alla morte i predatori – ma anche in India i numeri delle popolazioni di avvoltoi stanno diminuendo.

I programmi di riproduzione in cattività sono pensati per aiutare le specie a rischio di estinzione, ma è difficile per gli scienziati imitare le precise condizioni di vita di questi animali, per questo la ICBP si è rivolta alla società di tecnologia hardware Microduino per trovare una soluzione.

La Microduino ha allora creato un uovo stampato in 3D, progettato per essere indistinguibile dalle altre uova dell’avvoltoio, che contiene tre microprocessori da un pollice quadrato (equivalente a 6,5 centimetri quadrati) che sono collegati a sensori di temperatura e umidità che si trovano sulla superficie dell’uovo. Questo sistema permette ai ricercatori di monitorare il funzionamento delle cose, senza disturbare in alcun modo gli avvoltoi, e controllando il nido durante tutto il periodo di schiusa – 70 giorni.

Ora che le uova sono pronte per le prove sul campo, la ICBP ha anche espresso la volontà di condividere questa tecnologia con i gruppi di conservazione indiani e africani. In caso di successo, queste uova potrebbero essere usate non solo per gli avvoltoi ma anche per una varietà di specie in via di estinzione: dall’aquila al nibbio, qualunque specie ovipara potrà essere monitorata.

 

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3D, Microduino

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