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immunità di gregge

COVID 19: l’immunità è un fuoco di paglia?

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L’immunità di gregge potrebbe non arrivare mai

È uno studio inglese a dirlo. Gli anticorpi neutralizzanti (capaci di riconoscere e bloccare il virus), che si formano quando il nostro corpo viene in contato con il Coronavirus SARS-CoV2, sembrano aver vita breve.

A confermarlo sono i dati preliminari della “Valutazione longitudinale e declino delle risposte anticorpali nell’infezione SARS-CoV-2“, ancora in attesa di revisione.

Da quanto emerge dallo studio preliminare condotto dagli scienziati del King’s College London tra marzo e giugno 2020, i livelli di anticorpi neutralizzanti contro il coronavirus SARS-CoV-2 nel sangue di 96 tra pazienti e operatori sanitari che avevano in precedenza ricevuto una diagnosi di covid, più abbondanti e duraturi in coloro con decorso più serio, mostravano un picco dopo tre settimane dall’inizio dei sintomi, per poi diminuire rapidamente.

Se tali dati fossero confermati le aspettative globali sulla tanto decantata “immunità di gregge” potrebbero sfumare e con esse anche le speranze poste su un vaccino da somministrazione unica in grado di cancellare l’incubo pandemia.

La maggior parte dei pazienti monitorati, durante la malattia, aveva prodotto un’importante risposta immunitaria.

Dopo tre mesi, invece, solo il 17% aveva ancora lo stesso livello di anticorpi e in chi aveva contratto il virus in forma lieve gli anticorpi erano appena rintracciabili.

Lo studio suggerisce quindi una similitudine tra l’immunità prodotta contro il SARS-CoV-2 e quella sviluppata contro altri coronavirus meno pericolosi – come quelli che causano comuni raffreddori e che possono infettare ripetutamente.

 

 

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