Nuovo crollo a Pompei, cade un muro nell’area archeologica

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Tre metri cubi di macerie, un muro realizzato con la tecnica dell’Opus incertum. Leggi in cosa consiste questa tecnica che adottavano gli antichi romani. Pompei colpita ancora dalle pioggie. Di una cordata estera neanche la traccia, come aveva scritto Ecoseven.net

Ieri sera i Carabinieri di Pompei hanno sequestrato una piccola area a Nord degli scavi di Pompei, per la precisione tre metri cubi di macerie a seguito di un crollo di un muro realizzato con la tecnica dell’Opus incertum. L’area interessata è nei pressi di Porta di Nola e con tutta probabilità – ma questo lo chiarirà un sopralluogo dei Carabinieri – il crollo è stato causato dalle forti pioggie di questi giorni che hanno colpito la dorsale tirrenica dell’Italia. Al momento mancano notizie più precise su quanto accaduto nelle utlime ore della giornata di ieri.

Ma cosa è la tecnica dell’Opus incertum? E’ un’antica tecnica di costruzione dei muri romani le murature cementizie a struttura tripartita con parametri in scapola sbozzati in forma irregolare, messi tra di loro combacianti e irregolari. Una testimonianza storica di Vitruvio parla chiaramente dell’Opus incertum accostandolo ad altri modelli di costruzione: ’Le opere murarie sono di due tipi: opus reticulatum, che è quello oggi comunemente usato, ed opus incertum, in uso nei tempi antichi. Il primo è il più elegante, però ha il difetto di fendersi facilmente, perchè ha letti e giunture in ogni direzione; le pietre dell’opus incertum, invece, poggiano l’una sopra all’altra ad embrice, formano muri non altrettanto belli, ma più solidi del reticulatum’.

Appena meno di un anno fa il crollo di un muro dalla Casa del Moralista e il crollo più significativo sono 20 giorni prima della Schola Armatorum a seguito dei quali dilagarono le polemiche politiche che sono durate mesi e mesi.

Di Pompei noi di Ecoseven.net ci siamo occupati proprio nei giorni scorsi, e nei mesi scorsi, quando come tutta la stampa descrivemmo l’ipotesi della cordata straniera, francese o americana, disponibile a gestire il patrimonio degli scavi, riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Ma a seguito di questo annuncio siamo ritornati ad analizzare la situazione e a chiedere lumi alle istituzioni nazionale e locali, ma non c’è alcuna traccia di una cordata straniera disponibile, ad oggi, a prelevare la gestione del sito archeologico che tutto il mondo ci invidia. L’arrivo delle pioggie forti di questi giorni non sarà una bella notizia sia per gli italiani che per gli stranieri stessi. (michele guerriero)

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