
Caccia, governo contro regioni per far rispettare regole europee
Serve un’azione del governo per far rispettare alle regioni le leggi a tutela degli uccelli
Arriva un brutto segnale dalle regioni italiane che sembrano non interessarsi delle regole europee sulla caccia. È dovuto intervenire il governo per ripristinare la legalità.
Come spiega il WWF, sette regioni avevano stabilito nei propri calendari venatori la chiusura dell’attività al 31 gennaio per tre specie migratrici: tordo bottaccio, beccaccia e cesena. Ma per queste specie la caccia va chiusa inderogabilmente il 20 gennaio, come prevedono le regole europee a tutela della fauna selvatica e della biodiversità.
Il motivo è semplice: queste specie si trovano ora già nella fase prenuziale o di riproduzione, periodi in cui non vanno assolutamente cacciate.
Ecco le regioni incriminate: Toscana, Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Lombardia e Umbria. Il governo in questo caso ha imposto lo stop al 20 gennaio 2016; così ha evitato di aggravare la già pesante procedura di infrazione avviata nei confronti dell’Italia dalla Commissione europea (Eu-Pilot 6955/2014).
‘Riteniamo sconcertante ed incomprensibile il persistere di molte regioni italiane nel non voler applicare le regole europee sull’attività venatoria, sottoponendo così la fauna selvatica – che ricordiamo essere patrimonio europeo e internazionale, non proprietà dei governi locali né tantomeno dei cacciatori – ad una pericolosa diminuzione a causa dell’eccessivo e sconsiderato prelievo venatorio e ad una altrettanto pericolosa situazione di infrazione con l’Europa che porta poi inevitabilmente a condanne, anche di ordine economico’, spiega il WWF.