Etiopia: ancora in tanti non hanno accesso all’acqua

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In Etiopia, su 67milioni di abitanti, 50 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile

Nonostante la ricchezza d’acqua presente derivante da sorgenti, laghi, fiumi e piogge abbondanti, l’Etiopia è carente di infrastrutture. I pozzi, soprattutto quelli di acqua potabile, rivestono una vitale importanza in quanto sono la prima fonte di auto sviluppo sostenibile. Essi sono la manifestazione dell’ingegno delle popolazioni che abitano soprattutto la regione a sud del Moyale, come l’esempio dei ‘pozzi cantanti’ dei Borana.

I pozzi d’acqua, sfruttati dai Borana sono per la precisione strutture scavate secoli fa dalla tribù dei Suftu, un popolo il cui nome significa “sapore d’acqua”. Arrivano ad essere profondi fino a venti metri e costituiscono delle riserve permanenti. L’acqua viene trasportata in secchi di mano in mano dai giovani e il numero dei secchi è pari rispetto alle persone impegnate all’interno dei pozzo. Il passaggio dei secchi da una mano all’altra viene ritmato con dei canti, da qui il nome di ‘pozzi cantanti’.

L’accesso agli allas (pozzi)viene deciso a livello di clan ma ogni allas è comunque aperto anche a pastori non appartenenti alla tribù. Il sistema funziona da secoli e da modo di confermare la buona capacità di gestione delle risorse idriche soprattutto nei periodi di maggiore siccità.

Chiara Palmieri

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