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Acqua, donne e bambini la trasportano nei paesi in via di sviluppo

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L’acqua nei paesi in via di sviluppo e’ raccolta da donne e bambini che portano sulle proprie spalle, in media, 40 chili, per chilometri e chilometri L’acqua e’ preziosa, soprattutto nei paesi in cui scarseggia. Ed è per questo che viene raccolta. Indagini sui 45 paesi in via di sviluppo mostrano che le donne e i bambini hanno la responsabilità primaria per la raccolta d’acqua nel 76% delle famiglie. Ognuno di loro porta un carico sulle proprie spalle di circa 40 chili per chilometri e chilometri. Si stima per 200 milioni di ore in un solo giorno il tempo dedicato alla raccolta dell’acqua, tempo che potrebbe essere passato a lavorare o a frequentare la scuola. Questa perdita di produttività è superiore al numero complessivo di ore lavorate in una settimana da parte dei dipendenti di quasi tutte le più grandi catene industriali. I giorni di scuola persi ogni anno a causa della mancanza d’acqua sono 443 milioni. Vi è stata una significativa attenzione alla questione della carenza idrica ultimamente, e per buoni motivi. La questione rappresenta non solo un problema di scarsità, ma di accesso, una lotta comune.

L’accesso all’acqua nelle nazioni più sviluppate si considera scontato, ma questo non è sempre stato così. Un pò più di un secolo fa New York, Londra e Parigi erano centri di malattie infettive con tassi di mortalità più alti di quelli dell’odierna Africa sub-sahariana. E’ stata proprio l’attuazione delle riforme igenico-sanitarie la svolta che ha consentito al progresso di fare un balzo in avanti. Nel 2007 un sondaggio del British Medical Journal ha rilevato che l’acqua potabile è stata il progresso più importante in campo medico dal 1840.

(Chiara Palmieri)

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