Il talento si ottiene con l’esercizio?

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per essere talentuosi basta solo allenarsi? Secondo studi recenti…

 

Spesso si discute se il talento sia merito dell’allenamento. Studi recenti e pubblicazioni individuano come il talento, ovvero la “dote naturale”, non possa essere disgiunto dall’ esercizio continuo. Secondo alcuni ricercatori, il successo è determinato dalla combinazione di 5 fattori fondamentali: istruzione, allenamento costante, intenzionalità, volontà e ascolto dei consigli dei propri mentori. Ernest Hemingway diceva che la formula del successo è composta per l’ 1% da inspiration (ispirazione creativa) e per il 99% da perspiration (duro lavoro). La padronanza di una disciplina implica dedizione nel tempo e progressivo impulso a superare i limiti raggiunti, inoltre, sicuramente, la possibilità di manifestazione del talento, è direttamente correlata alle condizioni ambientali, che possono favorirne o limitarne lo sviluppo.

 

La plusdotazione sarebbe dunque, solo una condizione necessaria, ma non sufficiente affinché  il talento si sviluppi. Ottenere prestazioni straordinarie, dipenderebbe solo parzialmente da una qualche plusdotazione di una potenzialità individuale, cognitiva o motivazionale.

Alcune pubblicazioni hanno tentato di dimostrare come la “regola delle 10 mila ore” possa scientificamente produrre un esperto o un campione in qualsiasi disciplina.

Nella ricerca sui talenti musicali, pubblicata dallo psicologo americano Ericsson nel 2006, si era teorizzato come, l’esercizio prolungato per minimo 10 mila ore, potesse far raggiungere a chiunque dei risultati qualitativi eccellenti. L’indagine aveva coinvolto un campione di violinisti dell’accademia musicale di Berlino, i quali, avevano cominciato tutti a suonare a 5 anni. I violinisti erano stati suddivisi in 3 gruppi: le stelle, i bravi e i mediocri. Tutti all’inizio del loro percorso si erano esercitati per 2 ore alla settimana, ma dagli 8 anni di età, il tempo dedicato all’esercizio era progressivamente aumentato per alcuni, e meno per altri. A 20 anni, “le stelle”, i violinisti affermati a livello internazionale, avevano suonato mediamente 10 mila ore ciascuno, “i bravi” si erano esercitati mediamente per 8 mila ore, i meno bravi per circa 4 mila ore.

Dunque, secondo lo studio di Ericsson, se si possiede una dose di talento tale da poter entrare in una scuola di musica, occorrono per svilupparlo, una buona dose di istruzione superiore e duro lavoro. C’è chi potrebbe obiettare a questa affermazione ricordando che I Beatles, stelle indiscusse della musica pop degli anni 60’, suonavano per sole 8 ore alla settimana, facendo così miseramente crollare la teoria delle 10 mila ore. Se è vero che Repetita iuvant -le cose ripetute giovano – come dicevano i latini, è vero che la scintilla di geniale follia che alberga in ciascun essere umano, fa sicuramente la differenza. 

Daniela Cuozzo

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