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Giardini contro la droga

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Coltivare fiori e prodotti organici aiuta i detenuti tossicodipendenti nel loro percorso di guarigione

Coltivare le piante, prendersi cura di un giardino, imparare come e quando dover innaffiare e quando piantare un bocciolo per poterlo far fiorire in maniera giusta sono attività che fanno bene. Il giardinaggio ha dei benefici sia mentali che fisici – è cosa nota a chiunque abbia un pezzettino di terra o un balcone ben adornato del quale si occupa. Quindi non c’è da meravigliarsi se il giardinaggio viene utilizzato per riabilitare i detenuti che combattono contro la tossicodipendenza.

Secondo quanto raccontato in un rapporto sul carcere inglese HMP Rye Hill, il tasso di negatività nel test tossicologico obbligatorio per i detenuti, in quella sede, è passato da una media del 30% a quasi zero in un anno dall’inizio del programma di giardinaggio Garden Organic.

Come raccontato da Food Tank, il programma ha migliorato l’autostima dei detenuti e il loro autocontrollo, nonché la loro salute e il loro benessere, grazie alla creazione di una comunità che parla e lavora per raggiungere un obiettivo comune. L’attività fisica che la coltivazione comporta, poi, fa dormire meglio e porta naturalmente verso abitudini più sane – una cosa che, per persone che si devono liberare da una dipendenza come quella della droga, è davvero un toccasana.

E non è tanto per dire, ci sono i numeri a confermarlo.
Il Garden Organic dunque sembra uno di quelle buone pratiche da seguire e il carcere HMP Rye Hill una struttura da prendere ad esempio, non solo dalle altre prigioni, ma anche dalle scuole, dagli ospedali, dagli istituti di salute mentale e dalle strutture educative e riabilitative in tutto il mondo.

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Dipendenze, disintossicazione, droga, giardinaggio, guarigione

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