C’è vita anche nei laghi subglaciali dell’Antartide

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Confermate le previsioni: un pool internazionale di ricercatori ha scoperto l’esistenza di microrganismi viventi in quei luoghi oscuri e inospitali

 

 

E’ una scoperta che apre scenari nuovi sulla vita in ambienti estremi e anche su altri pianeti quella fatta da un pool internazionale di ricercatori che ha visto, per l’Italia, la partecipazione dell’università Ca’ Foscari di Venezia. Attraverso tecnologie all’avanguardia, i ricercatori sono riusciti a prelevare dei campioni non alterati nelle acque del lago subglaciale Whillans, coperto da 800 metri di calotta glaciale, dimostrando che esistono microrganismi viventi nei laghi subglaciali dell’Antartide. Si tratta di ambienti ostili e inospitali, immersi nell’oscurità, isolati dall’atmosfera dalla spessa calotta glaciale. Queste masse di acqua riescono a mantenere lo stato liquido grazie al calore geotermico e alla pressione della calotta glaciale.

 

Le analisi chimiche condotte a Venezia da Carlo Barbante, chimico e paleoclimatologo, hanno contribuito a dimostrare come nei laghi subglaciali dell’Antartide, dove non c’è luce, i microrganismi – batteri e archeobatteri – assorbano e scambino energia grazie a particolari reazioni chimiche di ossidoriduzione. La ricerca rientra nel progetto internazionale Whillans Ice Stream Subglacial Access Research Drilling (Wissard).

 

Il professor Barbante ha tenuto per tutto il tempo della missione in Antartide un bellissimo blog che si può ancora leggere qui: http://antarcticaslw2013.blogspot.it/.

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