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Pnrr Italia, attuazione Piano e obiettivi centrati: a che punto siamo

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Roma, 8 giu. (Adnkronos) – “Il Governo continuerà a lavorare, d’intesa con la Commissione europea, non solo per conseguire i prossimi obiettivi semestrali ma per dare piena attuazione a tutto il Piano, che è e continuerà ad essere uno strumento cruciale per la crescita, l’innovazione e lo sviluppo dell’Italia”. Così la premier Giorgia Meloni nella prefazione alla terza relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza depositata dal governo in Parlamento.

Nella relazione si legge che la valutazione della Commissione europea finalizzata al pagamento della terza tranche del Pnrr “è in via di completamento”. “Il processo di assessment, sin dall’invio della domanda di pagamento, ha richiesto tempi più lunghi, d’intesa con i servizi della Commissione, per la complessità degli obiettivi da conseguire per questa rata e per gli approfondimenti che si sono resi necessari, nelle interazioni con la Commissione, per alcune scadenze”, si aggiunge nella relazione.

A queste difficoltà, prosegue il testo, “si sono aggiunti i tempi richiesti dal processo tecnico di verifica campionaria che la Commissione europea ha deciso di effettuare e che prevede, per le scadenze che corrispondono a un target, una verifica su una porzione degli interventi realizzati (ad esempio, le persone destinatarie di iniziative di formazione o i beneficiari di determinate misure). Allo stato attuale si è in attesa dei risultati di alcune verifiche campionarie relative ad ambiti circoscritti”.

Per gli anni 2021 e 2022, l’Italia ha conseguito i 151 obiettivi previsti dal Piano (51 del 2021 e 100 nel 2022) e ha incassato risorse europee pari a complessivi 66,9 miliardi di euro. Ulteriori 19 miliardi di euro sono previsti al completamento delle fasi di controllo degli obiettivi raggiunti al 31 dicembre 2022, stando a quanto emerge dalla relazione.

Il 13 agosto 2021 la Commissione europea, a seguito della valutazione positiva del Pnrr, ha erogato all’Italia 24,9 miliardi di euro a titolo di prefinanziamento (di cui 8,957 miliardi a fondo perduto e 15,937 miliardi di prestiti), pari al 13 per cento dell’importo totale stanziato a favore del Paese. Il 13 aprile 2022 la Commissione europea ha poi versato la prima rata da 21 miliardi (10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti), a seguito della valutazione positiva sugli obiettivi del Pnrr che l’Italia doveva conseguire entro il 31 dicembre 2021. L’8 novembre 2022 è stata erogata la seconda rata di 21 miliardi di euro (di cui 10 di sovvenzioni e 11 di prestiti), sulla base del via libera Ue agli obiettivi da raggiungere entro il 30 giugno 2022. E adesso si attende il completamento della valutazione ai fini della terza tranche da 19 mld.

Ad oggi, nel confronto tra gli Stati membri emerge che Italia, Spagna e Grecia sono gli unici Stati membri che sinora hanno presentato tre richieste di pagamento. Seguono Portogallo, Croazia, Slovacchia e Romania con due richieste. Francia, Lettonia, Cipro, Bulgaria, Slovenia, Cechia, Lituania, Danimarca, Malta, Austria e Lussemburgo hanno presentato una sola richiesta di pagamento, mentre i restanti nove Paesi beneficiari delle risorse Recovery e resilience facility, Rrf, non hanno ancora avanzato alcuna richiesta.

Oggi il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, intervenendo al convegno ‘Pnrr, il controllo: motore del rilancio del Paese’, all’Università Cattolica, ha spiegato che ”il controllo della Corte dei Conti sull’attuazione del Pnrr, pur nell’ipotesi di approvazione definitiva degli emendamenti in questione, continuerà a essere proficuamente esercitato, anche in corso di esercizio” attraverso la legge 20 del 1994 e, dunque, mediante il controllo sulla gestione. Tale controllo ”è garantito dall’articolo 100 della Costituzione e, come tale, non comprimibile” ed è finalizzato alla ”verifica della legittimità e della regolarità delle gestioni, anche ai fini del referto semestrale al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr”.

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