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Spazio: Inaf-Asi, su Cerere c’era un oceano di acqua salmastra (3)

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(Adnkronos) – “Grazie alle misure di Vir e alla capacità di analisi ed interpretazione dei dati del team dello strumento, è stato possibile identificare la presenza di cloruro di sodio idrato – afferma Eleonora Ammannito, ricercatrice Agenzia Spaziale Italiana e seconda autrice della pubblicazione – in aggiunta agli elementi già identificati in precedenza come il carbonato di sodio e il cloruro di ammonio”. “Analizzando la distribuzione di tali composti nella regione delle faculae, e come questi si localizzano rispetto alle strutture geologiche della zona, -spiega Ammannito- è stato possibile capire che non si sono formati tutti insieme in un unico sporadico evento, sono piuttosto il risultato di un processo lungo e complesso che potrebbe essere ancora in corso”.

Ammannito rimarca che “alla luce di questi nuovi risultati, Cerere si conferma come un piccolo pianeta in evoluzione il cui studio sempre più approfondito sta fornendo indicazioni utili sulla comprensione degli ambienti acquosi nel Sistema Solare con chiare implicazioni astrobiologiche”. Ina f e Asi riferiscono inoltre che al termine della missione, lo spettrometro Vir ha inviato a Terra milioni di immagini, contribuendo in maniera decisiva allo studio accurato delle caratteristiche e della storia di Cerere e Vesta (il secondo target della missione).

Promosso e finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, lo strumento Vir-Ms è stato realizzato da Leonardo sotto la guida scientifica dell’Inaf: è uno spettrometro in grado di fornire immagini in ben 864 bande spettrali, coprendo un intervallo di lunghezze d’onda che si estende da 250 nanometri – radiazione ultravioletta – fino a 5 micrometri (infrarossi). Il tutto a risoluzione elevatissima: per riprese effettuate da un’altitudine di 100 km, appena 25 metri per pixel.

(di Andreana d’Aquino)

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