Riforme: Donzelli (Fdi), ‘dialogo con tutti, Costituzione va aggiornata’

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Roma, 28 set. (Adnkronos) – “La riforma più urgente è mettere in tranquillità economica gli italiani preoccupati dalle bollette. Questo ci auguriamo venga fatto anche dal governo attuale. Se no rischiamo tra un paio di mesi, con l’arrivo del freddo, di non riuscire a tenere in piedi la nostra economia. Poi ci sono le altre riforme, una maggior possibilità di scelta degli organi istituzionali, riforme della giustizia, snellire la burocrazia. Ma queste non sono urgenze” così il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, ospite a “The Breakfast Club” su Radio Capital.

“Il capo di Stato eletto dal popolo? Certo che ci piacerebbe, ma le riforme devono essere fatte possibilmente con dialogo tra tutti. Necessario riformare in alcuni punti la nostra costituzione. Nessuno ha detto che è vecchia, ma solo che non è recente e va aggiornata. Quando siamo usciti dal fascismo c’era la preoccupazione di fare l’elezione diretta degli organi decisionali perché la democrazia era debole, appena nata. Ora la democrazia è matura in Italia, non ci sono pericoli, nonostante quelli che vengono sbandierati in campagna elettorale. Nessuno pensa che in Italia possa arrivare una dittatura scelta dal popolo. Ora si può puntare a un semipresidenzialismo alla francese, senza arrivare a un presidenzialismo come Stati Uniti e Israele”.

Donzelli apre anche al dialogo con il terzo polo: “Terzo polo interlocutore? Su alcuni temi per noi sono tutti interlocutori. Già Renzi ha provato a fare il braccio di ferro sulle riforme e non è finita bene”. E sulle accuse di fascismo dei giornali internazionali, Donzelli spiega: “Ci da fastidio che la sinistra italiana in campagna elettorale abbia preferito screditare l’Italia, con le sue previsioni sulla vittoria della destra. Cosa che noi non abbiamo mai fatto. Anche quando eravamo all’opposizione, all’estero parlavamo bene dell’Italia. Non ci siamo mai permessi di dire: se vincono gli altri ci sarà un’Italia poco democratica. E all’estero ora credono a quello che ha raccontato il Pd. Sono le conseguenze di una campagna elettorale molto cattiva fatta da una sinistra che sapeva di perdere. La fiamma nel simbolo? Gli italiani hanno dimostrato che per loro non è un problema”.

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