**Pd: Schlein stringe su assetti, avanti per opposizione in piazza e nelle aule**

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Roma, 28 mar. (Adnkronos) – Il partito, i gruppi parlamentari e la piazza. Elly Schlein inizia a dare forma al ‘suo’ Pd. Un partito che si muove dentro e fuori i palazzi delle istituzioni, che porta le battaglie della società nelle aule parlamentari e il partito “nei luoghi dei bisogni degli italiani”, per dirla con il neo capogruppo al Senato, Francesco Boccia. Schlein lo ha voluto alla guida dei senatori, così come ha spinto per Chiara Braga eletta oggi alla Camera. Decisioni frutto di una schema preciso: cercare il massimo raccordo tra l’azione dei gruppi e la linea del partito, in questi anni non sempre in sintonia.

Il versante parlamentare è stato definito oggi con l’elezione dei due nuovi presidenti. La prossima settimana sarà chiusa anche la squadra di Schlein per la segreteria. Allargata ad esponenti della minoranza. E’ la stessa segretaria a proporlo parlando ai parlamentari. “Stiamo lavorando a un assetto complessivo ed equilibrato, rispettoso del pluralismo e dell’esito delle primarie”, dice Schlein.

“Per questa ragione -aggiunge- ci stiamo sentendo spesso in queste ore anche con Stefano Bonaccini. Entro pochi giorni ho intenzione di chiudere gli assetti e tornare a costruire insieme alla nostra comunità democratica proposte politiche alternative alle destre e a parlare dei temi che riguardano la vita delle persone”. L’intenzione di Schlein, dicono i suoi, è quella di stare il più possibile nei territori nel prossimo periodo. La presenza fisica del Pd insomma, più che trasmissioni televisive e talk show.

Restano però da chiudere gli ultimi passaggi sugli assetti tra il completamento degli uffici di presidenza dei gruppi con vicecapogruppo, segretari d’aula e tesoriere. Una partita che si intreccia con le nomine in segreteria. Allargate appunto ad esponenti della minoranza. E a questo si sta lavorando. Pur con alcuni strascichi polemici che sono emersi negli interventi di Lorenzo Guerini alla Camera e Simona Malpezzi, Sandra Zampa e Graziano Delrio al Senato.

La decisione di affidare a due esponenti della maggioranza la guida di entrambi i gruppi ha provocato non poche fibrillazioni nei giorni scorsi. Guerini lo dice esplicito parlando al gruppo alla presenza di Schlein: “La complessità richiede condivisione se si vuole andare a una prospettiva unitaria e quindi, formulando un mio giudizio di verità per non essere omissivo nel dibattito, ritengo che questo passaggio abbia avuto elementi di forzatura politica sia nell’interpretazione del risultato congressuale che nel rapporto con l’autonomia dei gruppi parlamentari”.

Il presidente del Copasir poi aggiunge: “Colgo però la volontà della segretaria di ricercare la condivisione allargando la riflessione anche al tema della gestione del partito e quindi, anche per quel senso di disciplina e responsabilità che deve caratterizzare la nostra comunità politica, prendo atto della sua proposta odierna. Per realizzare quell’unità che ci è richiesta e -sottolinea- vogliamo praticare”.

Un’unità, puntualizza Guerini, che non può limitarsi agli assetti interni ma va allargata anche al confronto sulla linea politica. Avverte l’ex-ministro: non possiamo “limitarci a battaglie identitarie, giuste ed utili (con le giuste attenzioni alle sensibilità presenti tra noi) che si rivolgono però ad alcuni segmenti della società. Ok a questi temi ma attenzione a tutto il Paese: questa è ancora l’idea di un partito a composizione plurale che intenda essere il perno di una nuova alleanza per il governo del Paese”, sottolinea richiamando la vocazione maggioritaria.

Anche Delrio nel suo intervento al Senato richiama alla collegialità nelle scelte: “Importante riconoscere autonomia dei gruppi e la comunità che siamo assieme. Il Pd non è un partito personale ma un gruppo dirigente che decide e che discute assieme”. E come Simona Malpezzi e Sandra Zampa, anche Delrio dice che sarebbe stata preferibile una maggiore condivisione e ricorda anche il suo di avvicendamento alla guida del gruppo Camera, quando Enrico Letta propose un cambio: “Sul metodo sarebbe stato auspicabile maggiore condivisione: Letta chiese ai gruppi di fare una scelta autonoma pur nella richiesta di cambiamento”.

Nei primi giorni della prossima settimana dovrebbe essere quindi chiusa la partita della segreteria. I nomi in pole restano gli stessi da settimane a partire da Marco Furfaro, possibile vice segretario con delega all’informazione. E quindi Marco Sarracino che potrebbe ricoprire l’incarico di responsabile Organizzazione, Alessandro Zan per i Diritti, Stefania Bonaldi per gli Enti locali, Antonio Misiani all’Economia, e poi Michela De Biase, Alfredo D’Attore da Articolo 1. Potrebbe avere un ruolo anche Gaspare Righi, molto vicino a Schlein e in questi giorni presente accanto alla segretaria in Parlamento, insieme al portavoce Flavio Alivernini. Per la minoranza, nell’area dei ‘neo ulivisti’ un ruolo potrebbe averlo anche Pina Picierno, che ha accolto nei giorni scorsi Schlein a Bruxelles. Mentre si parla di Alessandro Alfieri come responsabile Esteri e di un ruolo per Davide Baruffi, molto vicino a Bonaccini.

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